• Di Giacomo Daneluzzo
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Esce per l’etichetta barese La Rivolta Records Turning Point, disco d’esordio dei Buckwise. La band di Polignano a Mare (Bari) arriva al suo “punto di svolta” passando per otto tracce che danno un sapore inedito a quel genere che è stato chiamato folkttonica, con accenni a quel nostalgico immaginario “indie“; la commistione tra chitarre acustiche e suoni elettronici presi in prestito alle galassie musicali dell’house e dell’EDM è infatti arricchita da elementi insoliti come l’utilizzo di un banjo di cui sarebbe fiero il “King of Bluegrass” Jimmy Martin.
Testi di carattere piuttosto ermetico e rigorosamente in inglese, linee melodiche e vocali tutt’altro che banali, alla stregua dei Milky Chance di Sadnecessary, un UFO in copertina che rapisce un bambino in mezzo a un campo: così i Buckwise raccontano varie declinazioni dell‘instabilità di una società frammentata e come questa si ripercuote sulla dimensione individuale.
Parlando di riferimenti musicali, non sembra essere un segreto che il gruppo pugliese sia fan dei Pixies, come si può notare dalla cover che hanno pubblicato di Where Is My Mind, ma anche dalle sonorità di canzoni come Fall Down; il mondo dell’elettronica tedesca di matrice Kraftwerk sembrerebbe essere anch’esso un elemento molto presente nelle basi. Ma a tutto ciò si aggiunge il fattore Buckwise, che è un modo tutto loro di interpretare questi generi, lo stesso che li porta a non temere di inserire un audace banjo bluegrass nei momenti clou delle loro tracce elettroniche e a chiudere il disco con Summer Sun, la traccia più leggera e dalle sonorità più “piacione” ed estive. Quest’album dice che i Buckwise fanno quello che piace loro, e che lo fanno bene.