– di Giacomo Daneluzzo –
ILCLASSICO è un duo formatosi nel 2017 a Bologna, composto da Enrico Zoni (voce, chitarra, tastiera, produzione e scrittura) e Simone Giubilei (batteria, rum pad, sequencing). Dopo aver intrapreso un lungo periodo di scrittura e produzione, cominciano a definire un sound e un linguaggio che li contraddistinguono, collaborando in una prima fase col produttore e batterista Paolo Valli (Vasco Rossi, Dolcenera, Claudio Baglioni). Sempre nel 2017 Enrico Zoni entra a far parte del poster di autori di Edizioni Curci e inizia a scrivere per Elodie, Buco, Raige e altri interpreti e nel 2018 ILCLASSICO è selezionato tra gli otto finalisti di Musicultura e partecipa a Sanremo Rock. Il loro primo singolo ufficiale, “In senso buono”, prodotto da ILCLASSICO e Michelangelo (Blanco) esce nel 2019 e nel 2021 escono per Matilde Dischi i singoli “Via Stella”, “Come viene” e “Assolo”. A luglio dello stesso anno esce Boys, film che presenta il loro brano “In senso buono” nella colonna sonora. Li abbiamo intervistati per parlare del loro progetto e del loro ultimo singolo, intitolato “CAMERA MIA, CAMERA TUA”.
“CAMERA MIA, CAMERA TUA” è il titolo del vostro nuovo singolo, scritto tutto in maiuscolo – a differenza dei precedenti. Come mai questa scelta grafica, che torna anche nel vostro nome, ILCLASSICO?
Guarda, è stata puramente una scelta grafica, visto che il titolo all’interno del brano appariva proprio come un slogan e veniva ripetuto con tanto di “botta e risposta” di coretti soul… Abbiamo pensato di ingigantirlo col maiuscolo. Come fosse un manifesto!
E invece da dove deriva il nome?
Il nostro nome invece, “ILCLASSICO”, è nato un po’ per gioco: un po’ dalla nostra passione per i grandi classici della musica, del cinema, dell’arte in generale che emergeva dalle primissime canzoni, un po’ perché dentro è racchiusa la ragione del nostro fare musica. “Classico” è qualcosa che va al di là delle epoche, non segue le mode, non segue i trend, fissa un modello di bellezza universale che riesce a sopravvivere alle tempeste del tempo. Forse in fondo è quello che tutti gli artisti sognano. È un nome che ci ricorda sempre da dove siamo partiti e dove vogliamo andare… Poi come andrà andrà!
Il testo di “CAMERA MIA, CAMERA TUA” racconta di una giovane coppia che si sta ancora conoscendo, uno stato ambivalente, in cui c’è dell’agitazione ma anche una spontaneità e una curiosità ineguagliabili: che cosa volete raccontare, in questa canzone, di questa particolare fase di una relazione?
“CAMERA MIA, CAMERA TUA” nasce dal desiderio di mettersi a nudo totalmente, di raccontare senza filtri momenti di intimità di coppia, che in fondo riguardano tutti noi. Il fulcro del testo è «Vieni prima tu, vengo prima io», il solito dilemma per il quale hai bisogno di confidarti con l’amico/amica, l’amico/amica si confida con te. Dopo l’ennesima serata passata sull’argomento, capisci presto che ne devi uscire con una canzone… Per lo meno per aiutare loro e te stesso a vivere certe cose più serenamente, con più leggerezza. Quindi è una canzone nata per scherzarci sopra, per superare certe tensioni e imbarazzi.
Si tratta di un brano che suona molto spontaneo e sincero, in cui chiunque potrebbe riconoscersi. Quanto c’è di autobiografico, nelle vostre canzoni?
Assolutamente tutto autobiografico, o per lo meno, come dicevamo prima, riferito alle vite nostre e delle persone a noi vicine. Per quanto ci riguarda, bisogna essere autobiografici nelle canzoni, altrimenti di che parlebbero?
Le sonorità utilizzate sono molto orecchiabili e “funky”, un richiamo alla disco music degli anni Settata: che tipo di ricerca c’è stata dal punto di vista sonoro? A che riferimenti avete attinto, di quel periodo o anche non? In che modo associate questo genere all’argomento della canzone – se c’è effettivamente un’associazione?
Il richiamo sonoro alla disco degli anni Settanta è nato in modo molto spontaneo durante la scrittura, non a tavolino. Questo mood è fiorito insieme alle parole e alla melodia, sembrava perfetto per quell’aria leggera e ironica. Quindi siamo andati a ripescare un sacco di riferimenti dell’epoca, quelli che amiamo di più. Per citartene alcuni… Earth, Wind & Fire, Bee Gees, KC & The Sunshine Band e Michael Jackson. Ma ce ne sono davvero centinaia!
Più in generale, che rapporto ha ciascuno di voi con la musica “del passato”? E come sta la musica oggi, in Italia e nel mondo?
È una domanda complessa! Quello che possiamo dire in poche parole è che secondo noi la musica oggi è più vasta che mai, in Italia e nel mondo. Tutto è possibile e non esistono formule più vincenti di altre. Ognuno deve sentirsi libero di seguire la propria strada. Alla fine, quelli che sopravvivono sono quelli che conoscono molto bene il passato e trovano un loro modo di reinterpretarlo, e questo non solo nella musica. La novità è sempre un mischiare in modo originale elementi già esistenti, per questo è importante per noi conoscere il passato, per imparare a spaziare il più possibile.
Com’è nata l’idea di realizzare questo brano?
È nata in lockdown un anno fa. Probabilmente c’era tanta voglia di conoscere qualcuno di nuovo con cui condividere una camera…
A proposito del videoclip, qual è la genesi e che cosa vuole trasmettere agli spettatori?
Il videoclip vede due cari amici come protagonisti, Luisa Borini e Leo Merati, bravissimi attori italiani. Ne approfittiamo per ringraziarli. Il video rispecchia molto l’immaginario raccontato nel testo. Un lui e una lei rappresentati nel pieno dell’intimità domestica, tra incomprensioni, liti, risvegli e momenti di tenerezza. È stato il video più divertente sul set che abbiamo mai girato!