– di Martina Antinoro –
I GUATEMALA hanno pubblicato il 22 settembre il loro ultimo singolo “BRAVI TUTTI”, dopo la vittoria al Puglia Sounds Records. Il loro progetto ha come parole chiave contaminazione ed unicità. Abbiamo fatto una chiacchierata con loro per capire che opinione hanno della musica odierna e della discografia contemporanea che, nel brano, paragonano ad un grande supermercato.
Il 22 settembre è uscito il vostro nuovo singolo “BRAVI TUTTI”. Qual è stata la reazione del vostro pubblico?
Siamo felici perché il brano ha avuto un buon impatto sul pubblico! I feedback sono stati positivi e si sono concentrati molto sulle melodie efficaci e orecchiabili del ritornello e sulla “sorpresa” dell’outro del brano, che per noi è stato divertente scrivere e registrare. “BRAVI TUTTI” sta passando anche molto nelle radio, e questo per noi significa molto e ci incoraggia. In generale, siamo contenti di come stanno andando le cose e facciamo tesoro del supporto continuo da parte dei nostri fan.
Quali sono gli ingredienti fondamentali per creare un brano di successo?
Sicuramente la “ricetta” per il brano di successo esiste, ma sinceramente, noi facciamo sempre di testa nostra! Per noi, un brano funziona se ci diverte, se ci fa stare bene. Partendo da questo presupposto, proviamo a metterci dentro tutte le nostre intenzioni e renderlo il più “GUATEMALA” possibile, senza pensare ad algoritmi o a regole commerciali. Crediamo che questo sia il nostro punto di forza: nella nostra musica c’è tutta la nostra “presa bene”. Questo arriva alla gente e ci fa crescere molto.
In “BRAVI TUTTI” criticate chi vede la musica come un prodotto da vendere. Cos’è per voi la musica?
Per noi la musica è un’entità superiore che ci regala ogni giorno emozioni più forti e che, senza chiedere niente in cambio, sta arricchendo e rendendo unica la nostra vita. Ogni volta che saliamo sul palco possiamo quasi toccarla con mano perché proviamo emozioni così intense che si materializza davanti a noi. Abbiamo iniziato questo progetto ormai tanti anni fa e guardandoci indietro ci rendiamo conto di aver costruito un mondo stupendo intorno al nostro progetto. Abbiamo suonato in giro per l’Italia e per l’Europa, stiamo per pubblicare un disco e partire per una settimana di concerti in Spagna. La musica ci sta regalando tutto questo.
Nel singolo dite: «C’è un codice a barre sopra il mio costato». Qual è secondo voi la figura degli artisti oggi? Vi sentite o vi siete mai sentiti considerati un prodotto?
Intorno a noi vediamo la musica come un grande supermercato e molti artisti lavorano fin troppo alla concezione dei loro brani come dei prodotti. Noi da sempre proviamo a smarcarci da queste dinamiche, perché mettiamo al primo posto quello che ci rende più felici e soddisfatti della nostra musica e del nostro percorso. Preferiamo fare chilometri nel furgone e andare a suonare in giro, passare le nottate in studio, lavorare per ore ai concept dei nostri dischi per rendere il nostro progetto un’esperienza completa che lascerà un segno indelebile nelle nostre vite, prima di tutto.
Anche all’interno del brano si possono sentire diverse influenze musicali: quali sono gli artisti che vi hanno ispirato negli anni?
Siamo cinque anime musicali molto contrastanti che però nel progetto “GUATEMALA’’ cercano di convivere, arricchirsi ed essere complementari. Nel nostro prossimo disco, che sta per uscire, le influenze sono tantissime: ci sono brani che richiamano la disco/funk tipica dei Daft Punk di ‘’Random Access Memories’’, c’è la dub e il reggae dei 99 Posse, ci sono gli ambienti rilassati e i synth di Mac De Marco ma anche suoni e arrangiamenti più moderni e ricercati alla Tom Misch/Yussef Dayes. Tutto questo però in una chiave di lettura ereditata dalla storia della musica italiana, che ci ha sempre accompagnati.
Avete vinto quest’anno il Puglia Sounds Records. Che emozioni avete provato?
Siamo stati molto felici perché la regione Puglia, attraverso il suo ente preposto ‘’Puglia Sounds’’, ci ha finanziato per lavorare al nostro disco a 360°, dalla registrazione alla comunicazione, ai videoclip, allo shooting. Inoltre, ci ha supportato per l’organizzazione nel nostro prossimo tour all’estero che ci vedrà impegnati in una settimana di concerti in giro per la Spagna, a fine ottobre.
Ho letto che ritenete la contaminazione un elemento fondamentale della vostra musica. Inoltre, avete suonato molte volte all’estero: cosa vi hanno lasciato queste esperienze fuori dall’Italia?
Una delle esperienze estere più importanti, per noi, è stata quella del PRIMAVERA SOUND 2023 di Barcellona. In quel festival sembra di stare in una dimensione distaccata dalla realtà, piena di musica di tutti i tipi e di pubblico davvero interessato alla musica nella sua forma più concreta. C’erano persone da tutto il mondo che si soffermavano ad ascoltarci con attenzione e poi erano pronte a parlarci per condividerci feedback sulla nostra musica e a farci osservazioni positive ma anche critiche, sempre molto costruttive. È questo il vero modo per crescere come musicisti: confrontarci con realtà più grandi di noi da cui possiamo attingere a piene mani.
Piccola curiosità: da dove nasce il nome Guatemala?
“GUATEMALA’’ è il nome del primo brano che abbiamo mai scritto. Parlava della natura, dei boschi sudamericani. Questo brano, però, per anni, è rimasto nel cassetto e non ha mai visto la luce perché non eravamo mai soddisfatti del suo sound. Quindi abbiamo deciso che “GUATEMALA’’ sarebbe stato il nostro nome perché ci sentiamo un po’ come quella canzone: perennemente incompleti e alla ricerca di noi stessi. Questa storia, però, ha un lieto fine: infatti “GUATEMALA’’ verrà finalmente pubblicata come ultimo brano del nostro primo disco, “BRAVI TUTTI’’, in uscita il 20 ottobre 2023.