Venerdì 10 settembre è uscito “Diamond”, singolo dei Deleted Soul che ha segnato il loro ritorno sulle scene dopo i precedenti singoli, usciti negli scorsi mesi, e che ha anticipato l’uscita di “Oblivion”, il loro ultimo album, uscito lo scorso 28 settembre.
Il gruppo ha raccontato quattro dischi capaci di descrivere e narrare alla perfezione il luogo in cui sono stati concepiti.
Il collettivo, nato nel 2015 da un’idea di Tuzzy, storico producer dub, e composto da musicisti provenienti da tutto il mondo, dopo aver pubblicato nel 2018 il primo disco intitolato “Lucid Vision”, ha deciso di sfidare le distanze e di ritrovarsi in uno studio ricavato da una grotta medievale immersa nelle campagne del Chianti per comporre e registrare i nuovi brani, lontano da tutto.
Quello dei Deleted Soul è un progetto particolare, che non si limita a scrivere e pubblicare ottime canzoni a cavallo tra elettronica e dub, ma che porta avanti delle interessanti riflessioni sul dualismo uomo-natura.
Eppure, quando si pensa alla musica elettronica viene spontaneo pensare a scenari completamente diversi, ai club e al caos delle notti cittadine.
È come se il collettivo di Tuzzy facesse qualche passo indietro dal mondo dell’uomo per avere uno sguardo più ampio e riflettere meglio sulle cose.
Alla luce di queste considerazioni, il luogo in cui le canzoni hanno presa forma acquisisce un nuovo significato, più profondo, che definisce più di ogni altra cosa l’essenza dei Deleted Soul e del loro percorso.
Secondo noi questo è un aspetto veramente interessante e abbiamo quindi deciso di contattare Tuzzy per farci consigliare quattro dischi che secondo lui sono indissolubilmente legati al luogo in cui sono stati concepiti e registrati. Buon ascolto e buona lettura!
The Future Sound of London, “Dead Cities”
Anno 1996, disco assoluto! Londra comincia a sfornare tutto il filone della musica elettronica. Prodigy e Chemical Brothers in prima linea e a seguire Massive Attack, Portishead ecc..
Sono gli anni in cui gli Underworld eseguono la colonna sonora di Trainspotting con un brano in cassa in quattro, in stile rave che diventerà di dominio pubblico.
I Future Sound of London esplorano i rumori, gli ambienti della metropoli, forse una metropoli già situata su un altro pianeta! Un disco da ascoltare e riascoltare. Denso, cupo ma potente di sentimento e ambientazione.
Fun Lovin’ Criminals, “100% Colombian”
Anno 1998. Questa volta un disco più facile, più diretto e solare. Nel mio immaginario mi ha sempre fatto pensare al suono di New York: il traffico, i club, le macchine, gli artisti meticci, è davvero un disco importante. Un crossover tra hip hop ed elettronica caratterizzato da una composizione fatta con stile da eleganti signori di palesi origini sudamericane che interpretano e partecipano al cambio culturale della musica, facendo sporchi affari in giro per la città.
Almamegretta, “Lingo”
Disco fondamentale della nostra cultura: ascoltato e studiato dalla prima all’ultima nota.
Il produttore che con me si occupa della produzione di Deleted Soul è proprio Pier Paolo Polcari, produttore degli Almamegretta, per cui nelle nostre discussioni, oltre ad addentrarci nella parte compositiva, ci perdiamo spesso nei racconti di vita che hanno accompagnato questi dischi.
In “Lingo” si respira la Napoli internazionale, una metropoli che da sempre crea curiosità e interesse all’estero. Raiz che canta in “Lingo”, una lingua che unisce inglese e napoletano: insomma, la fusione perfetta tra il dub di Londra e il mondo partenopeo.
Buena Vista Social Club, “Buena Vista Social Club”
Un altro disco fondamentale. Con queste canzoni siamo in una Cuba internazionale, che pur sotto regime comunista permette l’ingresso della musica internazionale. In questo album, importanti artisti locali si confrontano con il resto del mondo: ovviamente è forte il legame con la cultura tradizionale cubana, ma è altrettanto forte anche l’anima internazionale nei mix e negli arrangiamenti, che sono forse più facili e diretti per gli ascoltatori non autoctoni, ma sicuramente molto, molto efficaci.
«Ascolto il suono che emette la città, sempre dal punto di vista del cervo. Dalla foresta con curiosità ci si avvicina all’urbano, alla città, ai fiumi di persone e si ha come la sensazione di venire da un altro pianeta. Tutto diventa diverso, tutto diventa un costruito dell’uomo, rumoroso e affascinante, pericoloso e attraente. Nel mondo da cui viene il cervo il silenzio e la riflessione notturna sono il quotidiano, adesso si ha la stessa sensazione di smarrimento e sorpresa che ebbero gli indigeni al primo contatto con i colonizzatori. Il diamante, simbolo di ricchezza per l’uomo, diventa un non luogo pieno di significati; diventa la nuova croce che siamo costretti a portare in una società che si autodistrugge, che si divide e si ghettizza sempre di più. Respira oggi, ascolta il battito del cuore, di nascosto, da lontano, ammirando un luogo affascinante ma pericoloso: il mondo urbanizzato».