Giovedì 13 luglio, un caldo bestiale quello che si abbatte su Roma, che si rifiuta di risparmiare anche tutti quelli che provano ad affollarsi in maniera disordinata nei pochi angoli d’ombra rimasti disponibili in città, condannati a sentirsi bagnati come se si fossero tuffati in piscina vestiti di tutto punto.
Ma c’è la Roma dei giovani, delle idee che circolano, dei dubbi e delle speranze per il futuro, che di tutto questo se ne infischia, e si riversa nell’accogliente struttura del Rettorato dell’università di Roma Tre per la giornata annuale dell’orientamento accademico.
Tra uno stand e l’altro, sorpassati i vari ragazzi che tentano in maniera piuttosto violenta di pubblicizzare l’ultimo numero del loro giornale di sinistra stile anni 70 autoprodotto e autofinanziato, e preso posto finalmente nell’unica zona protetta dal sole (neanche fossimo vampiri) davanti al palco concesso agli artisti, siamo finalmente pronti per gustarci le quattro esibizioni previste per la giornata.
L’evento è organizzato da Roma Tre Radio, e gli artisti sono alcuni di quelli che hanno preso parte al programma radiofonico “Doremu” dedicato ai musicisti emergenti.
Quattro performance veramente diverse tra loro e interessantissime, di quattro artisti che, armati di strumenti acustici, hanno messo in gioco le loro più recenti produzioni.
Il primo a salire sul palco è stato Gabriele Lopez, artista dai mille talenti, attore, cantante, compositore e doppiatore di successo (sua la voce italiana del celebre Leonard di Big Bang Theory), che accompagnandosi con la chitarra acustica e dando vita ad alcune basi ritmiche create direttamente con la sua voce attraverso un looper, ci regala una meravigliosa performance di alcuni suoi brani conditi da una riuscitissima cover di Sweet Child o’ Mine. Sono canzoni profonde quelle di Lopez, romantiche e molto orecchiabili, che vengono messe in risalto dalla voce precisa ed emozionante.
Senza troppe attese si passa al secondo artista, Rosso Petrolio: chitarra acustica vintage, occhiale scuro con montatura tonda e cappellino rosso bordeaux. bastano poche note e siamo nel meraviglioso mondo del cantautorato indie romano. Si parla di vita vissuta, delle strade della capitale, di amori malinconici e del futuro tratteggiato ma pieno di speranze. Rosso Petrolio si esibisce con disinvoltura, con uno stile a metà tra il vecchio e il nuovo, e senza dubbio non lascia indifferenti i presenti. Chiude con una bella cover di Time To Pretend degli MGMT.
Subito dopo arriva al microfono un artista particolare e piuttosto raffinato, Carlo Valente. Con una voce profonda e potentissima ed uno stile che convoglia in modo originale cantautorato, blues, un pizzico di gospel, e qualche sfumatura dal sapore swing, anche lui presenta con grande personalità i pezzi dai suoi ultimi lavori, dimostrando una buona vena compositiva e una grandissima proprietà interpretativa.
Ultimi artisti previsti per la mattinata sono i Presidenti a Tempo Perso, band romana che sale sul palco in formazione completa, con basso, chitarra acustica e voce, batteria (un rullante suonato con le spazzole) e tastiera. Il sound è godibile e ben calibrato, a metà tra l’alternative e il folk, i pezzi molto interessanti, sognanti e a tratti malinconici, molto intensi e intimi. Bellissima cover “La Canzone dell’Amore Perduto”, scritta da uno che, come dice la stessa band prima di suonarla, “scriveva un sacco bene”.
Bellissima mattinata, calda, ma piena di artisti interessanti e di canzoni ispirate. Ogni tanto anche l’università, luogo di esami e di perdizione, rivela il suo lato più umano e meno accademico, fatto di condivisione, buona musica e belle facce sorridenti.
Francesco Pepe