Arriva il 10 maggio per Maciste Dischi “Sale“, il nuovo singolo di Mox che, tra cantautorato e “indie” pop, rivela l’impotenza dell’uomo di fronte alla potenza degli eventi.
– di Lucia Tamburello –
Marco Santoro, in arte Mox, è uno di quegli artisti che pur mantenendosi nella propria comfort zone, riproponendo più o meno i soliti schemi e rimanendo fedele a tre/quattro elementi, ha la capacità di trasportare in una dimensione catartica l’ascoltatore che per un attimo non può non tralasciare qualsiasi pensiero positivo o negativo riguardante l’aspetto tecnico dei suoi brani.
L’etica viene totalmente sovrastata dall’estetica. Nonostante in alcuni casi si sia addentrato nel funk o in pezzi più movimentati, la sua discografia non viene mai totalmente stravolta. Le atmosfere derivano sempre e comunque dai suoi testi che “invadono l’ascolto”. Questa caratteristica non scredita del tutto la qualità dei suoi arrangiamenti, ma li pone nettamente in secondo piano rispetto alla componente poetica. Più che nell’EP “Vita Facile” (pubblicato lo scorso anno), è negli ultimi due singoli, “Dentro la mia stanza“ e “Sale”, che Mox si scrolla di dosso buona parte delle caratteristiche tipiche dell’indie pop anni ’10 per dedicarsi ad una scrittura tradizionale e minimale.
“Siamo fatti d’estate, di canzoni d’autore”: all’interno di “Sale”, nel raccontare una generalizzazione dell’essere, viene involontariamente fatta una descrizione del brano che, molto leggero ed orecchiabile, viaggia tra romanticismo e introspezione. Il pezzo presenta una sorta di rassegnazione all’immobilità del Sé, all’immutabilità dell’uomo.
Sembra spingere ad abbandonare ogni speranza di cambiamento per abbracciare una condizione comune, una forma di impotenza nei confronti del corso degli eventi: l’essere fatti di sale. Nonostante la complessità del tema, si tratta di una canzone spensierata che, al pari di un tormentone estivo o di un pezzo dance, alleggerisce la sensazione di avere il peso del mondo sulle proprie spalle. “Sale” è una canzone che mostra una nuova via per la musica leggera, una nuova modalità espressiva in grado di unire una certa qualità dei contenuti con la funzione liberatoria della musica. L’arte potrebbe unirsi così all’intrattenimento senza dividersi in “alta” e “bassa”, ma soprattutto senza perdere il proprio valore.