– Assunta Urbano –
Negli anni, a Roma e non solo, Il Muro del Canto è diventato una vera e propria istituzione. Il suono e le parole di una città che talvolta si odia, ma non si riesce a fare a meno di amare.
La band si è formata nel 2010 ed è composta da Daniele Coccia Paifelman (voce), Alessandro Marinelli (fisarmonica), Eric Caldironi (chitarra acustica), Alessandro Pieravanti (voce narrante e batteria), Ludovico Lamarra (basso elettrico) e Franco Pietropaoli (chitarra elettrica).
I sei hanno pubblicato quattro dischi per Goodfellas. Quest’anno, però, segna una svolta nel loro percorso, con l’entrata nella famiglia di FioriRari, l’etichetta indipendente di Roberto Angelini.
L’occasione è l’uscita dell’album “Maestrale”, pubblicato lo scorso 16 giugno. Undici brani in cui Il Muro del Canto introduce alcuni elementi di cambiamento sia dal lato musicale che testuale.
Abbiamo intervistato Alessandro Pieravanti, che ci ha raccontato i nuovi progetti del gruppo. Inoltre, ci ha ricordato di fissare in calendario le date autunnali di Torino e Milano, rispettivamente il 18 ottobre all’Off Topic e il 19 ottobre alla Santeria Toscana 31.
“Maestrale” è il nuovo disco de Il Muro del Canto. Ci racconti di questo quinto album?
“Maestrale” rappresenta un punto di arrivo importante del nostro percorso. Dopo dodici anni a suonare insieme e quattro dischi alle spalle, il quinto l’abbiamo realizzato con un atteggiamento esigente nei nostri confronti. Doveva soddisfarci e per fortuna lo fa. Per fare questo, abbiamo cambiato un po’ le regole del gioco. Abbiamo avuto stimoli nuovi. È un album che risente delle nostre radici, ma c’è anche innovazione.
Oltre al cambiamento, in “Non si comanda il cuore” si conferma la necessità di non perdere la propria identità. Un progetto come il vostro si distingue non solo per questo, ma soprattutto per il modo di esprimervi. Come nasce il vostro linguaggio musicale?
Nasce dall’incontro di noi sei. Ha preso tutto il via dodici anni fa, quando abbiamo pubblicato “L’Ammazzasette”, in cui sperimentavamo qualcosa di nuovo. Abbiamo messo insieme le nostre esperienze pregresse e così siamo arrivati a quello che è il linguaggio del Muro attuale.
È ricorrente in “Maestrale” il legame con il divino. Che rapporto avete con la religione?
C’è sempre stato un po’ di misticismo nei nostri testi, soprattutto per quanto riguarda Daniele. È legato a una spiritualità interiore, che ognuno di noi ha, ma non a un credo religioso. È il rapporto dell’uomo con il mondo. I riferimenti alla religione sono più un fatto di costume. In Italia, siamo cresciuti in contesti culturali vicini alla Chiesa. Inevitabilmente, sono elementi che compaiono nelle nostre vite. Si attiene più a una sfera personale, che di istituzione religiosa.
Ci sono tradizioni da cui è difficile slegarsi del tutto.
O comunque lo si può fare avendo ben presente quello da cui ci si allontana. Abbiamo spesso cantato e raccontato aspetti poco positivi legati a culti di questo tipo. Lo facciamo con la consapevolezza che sia importante mettere tutto in dubbio, invece che crescere su binari delineati dal luogo e dal periodo storico in cui si nasce.
“Controvento” è una racconto-critica alla figura del cantautore moderno. Cosa è successo oggi a un personaggio che anni fa era l’immagine del musicista impegnato?
La canzone ha un testo particolare. È stato scritto nel 2018, sembra parlare di pandemia, ma in realtà nasce prima del Covid. Parlo per conto di Daniele, dato che è un suo testo, ma si tratta di un riferimento estetico a un’attitudine narcisistica degli artisti. Appartiene anche a noi, è allo stesso tempo una forma di autocritica.
Cosa pensi potrebbe fare un musicista nel mondo attuale?
Non crediamo che fare musica debba essere necessariamente collegato all’attivismo sociale. Però, se racconti determinati argomenti, ci si aspetta di certo una coerenza nella vita quotidiana. Le canzoni devono essere un megafono per trasmettere un messaggio positivo a chi le ascolta, in chiave sociale e culturale.
Il disco è stato composto in aperta campagna, ma il suono e l’influenza della Capitale sono sempre molto forti. Ve ne andreste davvero da Roma, come cantate in un verso di “Un pugno di mosche”?
In realtà, io vivo da un paio di anni in campagna. Molti di noi sono usciti dal raccordo. Dentro sono rimasti solo due elementi su sei. Siamo vicini alla Capitale, la guardiamo un po’ da lontano.
Non sentite la mancanza di ciò che succede dentro il raccordo?
Ci veniamo comunque tutti i giorni per lavorare. Restiamo osservatori di Roma.
“Maestrale” segna il vostro ingresso in FioriRari, l’etichetta di Roberto Angelini. Che significa per te fare parte di questa “storia romantica”?
Per noi significa molto. Abbiamo voluto aderire all’idea di collettivo artistico con persone che stimiamo. Il progetto romantico di un amico che ci ha voluto nel suo percorso. Siamo onorati. Anche questo è un nostro piccolo cambiamento.
Prenderai parte anche ai live “FioriRari – Storia romantica di un’etichetta indipendente”. Come saranno strutturati questi concerti?
Questi eventi sono un incontro tra quattro artisti dell’etichetta. Quando c’è la formazione completa, siamo io, Roberto Angelini, Pier Cortese e Luca Carocci. L’idea è raccontare dagli inizi la storia dell’etichetta. Le vicende delle etichette indipendenti sono sempre romantiche, tra intoppi e successi. Ci sarà una narrazione, unita ai brani di tutti e quattro.
Pensando a questi anni in tour, qual è stato il palco in cui Il Muro del Canto si è sentito più a casa?
Ricordo con piacere il concerto in piazza Sauli, a Garbatella, nel 2018, di domenica pomeriggio, quando abbiamo presentato il quarto disco “L’amore mio non more”. C’erano cinquemila persone, tra adulti, bambini, anziani, persone di quartiere. Quella è la nostra dimensione, quella popolare. Un altro concerto simile l’abbiamo fatto al piazzale del Verano a San Lorenzo, l’anno prima. I live più belli sono quelli in cui ci sentiamo a pieno contatto con il territorio.
E qual è il più atteso adesso?
A Villa Ada il primo luglio c’è stato il nostro punto di partenza. Adesso guardiamo con molta attenzione al 15 settembre, suoneremo al Teatro Romano di Ostia Antica.
TOUR
10/07 Pofi (FR), Bomboklat Festival
16/07 Ponticelli di Malalbergo (BO), Solidarity Festival ed. 3
05/08 Porto Pollo – Palau (SS), Rupi’s Beach Bar
06/08 Porto Ferro – Sassari, Il Baretto di Porto Ferro
07/08 Cagliari – Lungomare Poetto, Corto Maltese
14/08 San Gemini (TR) – Piazza San Francesco – NUOVA DATA
20/08 Vallemare di Borbona (RI), Vallemare 2022
18/10 Torino, Off Topic – NUOVA DATA
19/10 Milano, Santeria Toscana 31 – NUOVA DATA
IN APERTURA A BEN HARPER & THE INNOCENT CRIMINALS
02/08 Palmanova (UD), Estate di Stelle – Piazza Grande
03/08 San Mauro Pascoli (FC), Acieloaperto – Villa Torlonia
09/08 Riola Sardo (OR), Parco dei Suoni
11/08 Brescia, Festa Radio Onda d’Urto