– di Naomi Roccamo –
C’è molto del “Lexotan” già ingerito da I Cani tra le note di “Subliminale”, nuovo singolo dei Panta in uscita il 22 ottobre 2021 per Spinnup / Universal. La band indie rock guidata da Giulio Pantalei continua a essere un ponte con la musica inglese e americana e questa volta non rinuncia alla continuità con la scena italiana e, appunto, romana.
Dopo il MEI di Faenza dove, ricordiamo, hanno vinto nel 2019 come “Miglior album Rock under 30”, vantano una session all’Abbey Road Institute di Londra e un incontro speciale con David Lynch.
«A illuminare le sezioni più profonde del tuo cuore ci sono io». Forse è questa una di quelle frasi che può dare più speranza quando il buio è l’unico posto in cui riusciamo a camminare e quando abbiamo bisogno di qualcun altro per cambiare strada. I Panta esplorano con poche parole i posti che non riusciamo a raggiungere, o forse quelli in cui siamo già ma che forse non riusciamo a perlustrare.
«Sei dentro, c’è solo da espandere il senso».
Ci dicono questo con un’energia che ci sposta i pensieri dalla testa e li sospende per un attimo, li rinfresca. Alleggerire i pesi dell’anima con linee di chitarra e grida di incoraggiamento sembra ancora possibile, vogliamo che lo sia.
Il loro messaggio subliminale si nasconde nell’artwork di Andrea Totò, tra i collant e i muri rosa della copertina, venendo affidato al noto producer inglese Steve Lyon, già collaboratore di personalità come The Cure, Depeche Mode, Paul McCartney e Subsonica.
«“Subliminale” è un pezzo indie rock molto diretto e al tempo stesso molto misterioso, un punto di arrivo e di inizio per noi. È arrivato come un segreto da decifrare. Può essere letto secondo tre piani: uno sensuale, che è alla base del brano, uno metaforico e uno trascendentale (per via della meditazione). Da qui il titolo. Musicalmente abbiamo giocato su questi tre livelli, ma suonando in modo serrato nell’attitudine post-punk che più ci rispecchia e che Steve Lyon, con cui è sempre un onore lavorare, è assoluto maestro nell’incidere. C’erano energie bellissime in studio quando l’abbiamo registrata, sono tutte lì dentro».
Forse come dimenarsi nel grande intoppo che poi è la vita rimane un mistero, ma l’antidoto temporaneo e contemporaneo è la speranza, anche quando diventa, anch’essa, quasi subliminale.