“Uno” è un disco EP e rappresenta la prima uscita ufficiale de Il Mare Verticale, band romana autrice di un post rock down tempo davvero originale. Inserito tra i migliori dischi del 2015 nella classifica di Roma Suona, l’EP si compone di 5 piccole gemme per un totale di 22 minuti decisamente autoriali e intimisti.
I componenti del gruppo provengono da estrazioni musicali diverse (chi dal progressive, chi dal cantautorato) e si incontrano su un territorio comune; da questo incontro fertile nasce una sperimentazione sonora ibrida e dai confini molto labili, un universo astratto e impalpabile dove il corporeo lascia posto all’evanescente e la materia diventa spirito. In questo panorama la musica si pone quasi come contraddizione, come ossimoro, cercando di esprimere l’inesprimibile.
È il nome stesso del gruppo, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Saviane, a rappresentare un ossimoro: il mare, per sua natura orizzontale, diventa verticale; è presente una tensione verso l’alto, un’attenzione per le cose spirituali, non di questo mondo («Perché il mondo non è solo il mondo», recita il singolo “Tokyo“).
Se assumere che in fondo si tratti di una ricerca di Dio sarebbe azzardato, sicuramente è evidente l’esigenza di comunicazione e di un (ri)trovare, sé stessi e gli altri. «Comunicare in musica è una responsabilità», dice Francesco, fondatore e paroliere de Il Mare Verticale: per scrivere le sue canzoni trae ispirazione dagli haiku giapponesi, dando vita a testi minimalisti con l’obiettivo di esprimere concetti universali. Così, anche la musica si adegua e assume forme ermetiche, introspettive.
In “Uno” si assiste ad un vero e proprio abbandono della “forma canzone” (intro -strofa-ritornello), a favore di una composizione di tappeti e trame sonore, spesso atmosfere pacate e rilassanti sulle quali si innestano i ricami dei synth e delle chitarre. Uno dei brani meglio arrangiati è “I non luoghi“: un basso convulso sostiene la batteria e si affanna alla ricerca di cromatismi per guidarci attraverso una “non-armonia” nella quale (forse per mantenere coerenza con i non luoghi del titolo?) la tonalità del brano non è mai chiaramente esplicita. Dal singolo del disco “Tokyo“, invece, è stato estratto un videoclip, realizzato dai filmmaker Jacopo Cottarelli e Riccardo Romboli, che cattura l’essenza eterea del brano.
Mentre il gruppo è già a lavoro sul prossimo disco, per il quale sono stati annunciati stravolgimenti compositivi e concettuali, suggerisco di recuperare questo prezioso EP prima che rimanga un oggetto di culto riservato ai fan della prima ora.
Giulio Valli