Riportiamo la testimonianza di un anonimo musicista/spettattore che ha partecipo alla serata dei Voina Hen a Roma in data 19 maggio 2016 :
Qualche tempo fa ho assistito a una data romana dei Voina Hen, gruppo rigorosamente lancianese che sta avendo un buon successo, se di successo si può ancora parlare nella scena indie italiana.
Ero già stato folgorato da una delle loro esplosive esibizioni alla serata Maciste contro tutti al Quirinetta e aspettavo di riascoltarli con maggiore attenzione.
Faccio un brusco flash forward: concerto interrotto per bestemmie.
Non farò il nome del locale perché non ci sembra rilevante e in ogni caso è piuttosto semplice risalirvi tramite i social.
Andando con ordine, l’opening è affidato ai McFly’s Got Time gruppo romano folk recentemente emerso per aver aperto a numerosi artisti quali Joe Victor e, per l’appunto, Voina Hen. L’esibizione all’altezza delle aspettative, se non fosse per i tavolini e le sedie che smorzano molto l’atmosfera; ma di questo i McFly’s Got Time non si risentono affatto.
Dopo un’apertura del genere, al consueto calcio sullo sterno che segna l’inizio di ogni concerto dei Voina Hen si aggiunge un effetto straniante, gradevole e inquietante, che si riflette anche sul pubblico: il pubblico dei McFly, durante l’esibizione è seduto ai tavoli, attento alla performance, mentre da quando la band di Lanciano sale sul palco fino alla conclusione prematura del concerto, un gruppo di ragazzi si scatena, urla, canta, salta, in un flusso comunicativo incessante con il cantante, Ivo.
Non ho potuto fare a meno di notare che, con l’alternarsi delle band, anche il pubblico si sia come dato il cambio; comprensibile data la drastica differenza di stile e modalità espressive dei due gruppi, ma segnala comunque la scarsa curiosità degli ascoltatori, ormai in quasi tutti gli ambienti e le occasioni.
Il live dei Voina Hen è un continuo crescendo di tensione che a un certo punto implode in un ritornello, in una sezione strumentale che a volte sfiora il noise, ma non scioglie affatto l’atmosfera vibrante; è come se il concerto fosse una sorta di rito catartico che non trova mai sfogo né conclusione.
A dare una solida base alla voce e alle danze del frontman c’è una sezione ritmica impeccabile, con trovate originali ed essenziali. La chitarra tesse la trama armonica e melodica dei brani, giocando esclusivamente sull’equalizzazione (finalmente una pedaliera minimale!) e sul tocco del bravissimo Nicola. Dalla facilità dell’esecuzione si percepisce chiaramente il duro labor limae fatto dalla band, che ha lasciato intatta l’immediatezza e la freschezza dei brani.
Insomma, sarebbe stato un gran bel live se non fosse intervenuto, dopo neanche mezz’ora di concerto, il proprietario del locale a fermare la musica. Disturbato dalle bestemmie di Ivo fra un pezzo e l’altro (un intercalare per il cantante abruzzese, come abbiamo avuto modo di discutere più tardi) si è diretto verso il palco piuttosto alterato, contestando animatamente il comportamento della band. Questa si è subito dimostrata ragionevole, cercando di richiamare la calma e invitandolo a discuterne in toni pacati. Nel frattempo il management di Fattore C, che aveva organizzato la serata, si è interposto fra la band e il proprietario; gli animi si sono ulteriormente scaldati e nel frattempo i Voina Hen hanno iniziato a smontare la loro attrezzatura, senza commentare.
Gli inevitabili strascichi polemici sulla vicenda si sono prolungati per il resto della breve serata, con una parte dei presenti che appoggiava le ragioni del gestore e chi invece quelle del gruppo.
Di quanto siano inutili schieramenti ideologici in casi come questo è superfluo parlarne.
Penso sia più importante riflettere sul ruolo e la gestione dei locali in cui gli artisti si esibiscono, di come questi ultimi vengono visti dai proprietari e sulle dinamiche diffuse fra questi due mondi così diversi eppure così dipendenti l’uno dall’altro.
Simili episodi rivelano una grave carenza comunicativa nell’ambiente, scarso interesse e conoscenza reciproci, che non possono che intaccare il fragile quadro della musica emergente dal vivo.
Riteniamo molto importante riportare simili testimonianze, così lucide e precise, su fatti del genere che nel mondo della musica non dovrebbero mai avvenire.