– di Riccardo Magni.
Foto di Irene De Marco –
Dutch Nazari sta conquistando, pezzetto dopo pezzetto, il suo meritato spazio nella musica attuale.
Date in tutta Italia, la doppia tappa romana dove in pochi giorni è salito prima sul palco del Primo Maggio in Piazza San Giovanni, poi su quello del Monk, ed oggi sarà la volta del palco del Mi Ami a Milano (al via proprio nella giornata di oggi), ennesima conferma del momento di grazia di un artista che, con la formula del rap e la scrittura d’autore introspettiva, ci coinvolge nel suo diario, flow dopo flow.
Il suo secondo disco è uscito a novembre per Undamento, prodotto da Sick et Simpliciter, dal titolo “Ce lo chiede l’Europa”, che nella nostra recensione raccontavamo come “un album vero, espressione sarcastica e dolce di questo tempo, che si lascia ascoltare, sfogliare e che fa percepire la grammatura delle pagine, quelle in cui hanno trovato riparo gli scatti che raccontano di noi”.
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“Ce lo chiede l’Europa” è una frase che è stata usata fino allo sfinimento dalla Politica negli ultimi otto/nove anni, di solito per giustificare scelte impopolari scaricandone la responsabilità. La foto di copertina è una raffigurazione simbolica del concetto di Europa: i ragazzi sorridenti rappresentano il capitale umano della cosiddetta “generazione Erasmus”, la prima a identificarsi come europea. Alle loro spalle un’edilizia orribile, simbolo di un altro aspetto di questa Europa, il modello di sviluppo economico liberista, che non tiene conto delle proprie risorse e spesso genera mostri”.
Dice invece Dutch Nazari descrivendo l’idea alla base del disco e della sua copertina.
Con la formula del rap abbiamo detto, ed in una maniera molto poco ermetica, immediatamente comprensibile, Dutch Nazari lancia messaggi quanto mai attuali che attraverso una visione personale si espandono alla dimensione sociale. Parlano a tutti, ma il pubblico di riferimento, quello che meglio coglie e si riconosce nei suoi versi, è un pubblico per lo più giovane, lo stesso che affolla i suoi concerti, lo stesso che in un momento culturalmente “delicato” come quello attuale, trova nella musica e nei testi di artisti come Dutch Nazari un contraltare provvidenziale.
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