Immaginate solo un momento, provate a chiudere gli occhi e ad immergervi in questa scena: una fresca serata d’estate, Roma, villa Borghese, le stelle, un palco, quattro musicisti, un progetto ambizioso che finalmente comincia a muovere i suoi primi passi, il primo passo, quello fondamentale per capire come saranno tutti quelli successivi.
If Beethoven Was a Punk è molto di più di un disco o di una raccolta di canzoni, è un concept album, ma non solo, è qualcosa di talmente grande che sarebbe stato stretto rinchiuso nei confini rigidi di un cd: ci voleva qualcosa di più, ci voleva qualcosa di grande.
I WakeUpCall ne hanno fatta tantissima di strada negli ultimi anni, tra tour in italia e all’estero, singoli e album, ma mai si erano spinti così in là, mai erano arrivati a così tanto. Tutto parte dall’idea di realizzare una serie di canzoni che avessero come filo conduttore la musica classica, e infatti ognuno dei 9 pezzi che compongono questo album ha al suo interno delle citazioni di grandi musiche dei più grandi artisti classici, come Beethoven, Mozart, Bach, Wagner e Chopin. L’album esce ad inizio 2017, attirando subito l’attenzione di molti, e iniziando molto presto la sua evoluzione: grazie alla collaborazione con Made In Tomorrow, la band romana ha trasformato il suo album in una graphic novel disegnata dalla bravissima Arianna Vittoria Beffardi e sceneggiata da Andrea Dezzi in collaborazione con la band stessa, e poi in un’app per smartphone, dove è possibile ascoltare l’album e leggere il fumetto in maniera del tutto gratuita. Ma mancava ancora qualcosa, mancava il modo di unire concretamente tutti questi splendidi elementi: l’idea è quella di un live show dove tutto quanto quello che If Beethoven Was a Punk può essere possa prendere vita in una serata e lasciarsi godere dal pubblico.
Lo spettacolo, di cui noi abbiamo avuto il piacere di assistere alla prima assoluta, è organizzato in maniera piuttosto classica ma molto efficace, alternando parti in cui lo stesso sceneggiatore Andrea Dezzi racconta la storia di Alex, il giovane musicista protagonista della storia che tenta in tutti i modi di trovare spazio nel music business aiutato da personaggi incredibili come la nonna Muse e i suoi compagni di bevute Bet, Art, Wag e Debu, a parti in cui i WakeUpCall prendono il controllo assoluto della scena proponendo track-by-track tutta quanta la loro opera. La band è in forma straordinaria, e riesce con grinta e capacità a coinvolgere il pubblico numeroso che ha preso posto nella favolosa venue. If Beethoven was a Punk, in un unico atto di un’ora e mezza circa, riesce a trasportare e a coinvolgere, anche grazie allo schermo posto sul fondale del palco, dove vengono visualizzate alcune scene del fumetto e i testi delle canzoni, e tutto è programmato e realizzato con grande cura.
Si ha l’impressione che questo progetto, già vincente allo stato attuale (e la qualità reale delle parti che lo compongono è stata premiata da SIAE che ha nominato If Beethoven Was a Punk vincitore del bando “Nuove Opere – Arti visive, performative e multimediali”) possa ancora evolversi, crescere e splendere di una luce sempre più viva. Il sito web www.ifbeethovenwasapunk.com regala una prospettiva completa e precisa sull’intera opera, e, in attesa di nuove date, non ci resta fare un applauso a questa band e a questo grande gruppo di professionisti che hanno concepito e realizzato un grande spazio dove le arti si incrociano e convivono rafforzandosi a vicenda. Se Beethoven fosse stato un punk dei giorni nostri e avesse avuto la possibilità di vivere questa, che a tutti gli effetti è un’esperienza artistica completa, sicuramente avrebbe colorato il suo viso di un sorriso compiaciuto una volta giunto ai titoli di coda. Complimenti.
Francesco Pepe