– di Manuela Poidomani –
“tuttapposto” è il nuovo album dei Senna, progetto musicale dei fratelli Carlo e Simone Senna insieme a Valerio Meloni. Due anni dopo il loro disco di esordio, “Sottomarini”, i Senna tornano con questo album, regalando al pubblico dieci brani home-made. “stalattiti”, “matematica”, “roulette russa” e “letto” sono i singoli che lo hanno anticipato, facendoci pregustare le atmosfere calde del disco.
Il loro è un progetto interessante e incuriosita dalla loro musica ho voluto chiedere loro se fosse davvero “tuttapposto”.
“tuttapposto” è il vostro nuovo album; cosa c’è di “non” tutto a posto in questo momento?
Sicuramente tante cose; “tuttapposto” è una risposta che ci giochiamo spesso, che nasconde molto altro ma allo stesso tempo che dà l’idea della forza che bisogna avere per poter andare avanti lo stesso, nonostante tutte le difficoltà che magari stiamo attraversando. Perché no, anche cercando di prendere le cose maggiormente alla leggera, persino quando non è semplice.
Nel 2020 siete stati i vincitori della Targa per il miglior autore al Premio Bindi 2020. Che cos’è cambiato? Come siete cambiati voi in questi due anni?
È cambiato tutto! La socialità è stata messa a dura prova, forse preparandoci a un futuro più “virtuale”. Noi per esempio avvertiamo fortissimamente la necessità di tornare ad abbracciarci, anche metaforicamente. La ripartenza dei concerti e di tutto il mondo “fisico” sarà cruciale, anche se allo stesso tempo sarà importante stare ancora attenti per un po’ di tempo.
Il vostro nuovo album racconta gli anni della pandemia. Quando ne avete scritto i testi, non avete pensato, anche solo per un momento, che potesse essere un tema scontato, alla mercé di chiunque?
Potenzialmente sì, però alla fine l’album non è un diario della pandemia. Parte dal mondo in cui viviamo e lo trasforma in qualcos’altro. Pensiamo al Decameron di Boccaccio; pur partendo da quella situazione storica e fornendone testimonianza, è un’opera che va ben oltre la cronaca. Oltretutto, essendo noi stessi grandi appassionati di musica e ascoltando molto quella pubblicata negli ultimi due anni, ci siamo resi conto che ben poca di essa portava i segni di quello che abbiamo vissuto. Ci è capitato di sentire materiale che era stato scritto prima e la cui uscita era stata ritardata sperando che tutto finisse presto; e materiale che invece, pur essendo stato scritto dopo l’inizio del “nuovo mondo”, non ne teneva assolutamente conto, quasi fingendo che non fosse successo niente. Almeno, questo è ciò che è sembrato a noi.
E se sì, come avete fatto a renderlo originale?
Speriamo di essere riusciti a raccontare delle storie, ambientate in questo “nuovo mondo”, che possano essere credibili e con cui chi ascolta possa identificarsi. In fondo, nonostante i filtri abbaglianti, per la maggior parte del tempo nei post e nelle stories di questi ultimi due anni eravamo da soli.
In “stalattiti” cantate: «Non c’è niente da vedere, non c’è niente da capire, solamente un’ora d’aria per evitare di impazzire». Qual è stata la vostra ora d’aria, in senso figurativo dato che non si poteva uscire, per evadere da quella monotonia?
Diciamo che andare a buttare la spazzatura era diventato un momento di divertimento! Scherzi a parte (ma non troppo), scrivere, suonare, registrare è rimasta un’attività importantissima anche durante le zone rosse. Noi registriamo comunque sempre in casa, perciò la differenza sotto questo punto di vista è che non potevamo farlo insieme. Infatti abbiamo pubblicato una nuova canzone ad aprile 2020, “anidride carbonica”, che Carlo ha registrato in camera da letto su un’audiocassetta.
Il bisogno d’amore che richiedete nel vostro album, pensate sia una conseguenza della vita post pandemica? La paura di rimanere soli, forse?
Non sappiamo se si tratti di paura, però la necessità dell’amore era già una tematica importante del nostro primo album “Sottomarini”. Sia in esso sia in “tuttapposto” questa necessità serve un po’ come baluardo contro la fragilità della vita, anche se il dolore del disco precedente aveva radici più personali, questo è quasi ‘cosmico’.
E anche qui, il desiderio di normalità: come la intendete voi quest’ultima? Non pensate che le migliori idee e la creatività del mondo possa nascere proprio dall’anormalità del mondo? Questo album d’altronde è nato dalla situazione paradossale e più lontana dalla normalità degli ultimi decenni.
Sicuramente, infatti è proprio la ricerca di qualcosa, chiamiamola “normalità” o “felicità”, che ci spinge a realizzare qualcos’altro. Proprio la distanza che sentiamo fra noi e la felicità è lo stimolo per colmare quel vuoto. La creatività sta nel percorso, non nella destinazione.
“dove? pt. 2” ricorda l’immaginario di un gruppo di amici in una sera d’estate raccolti davanti a un falò. Chitarra in mano, fischiettii e tutti ripensano all’anno che è stato e quello che sarà. È una visione che potrebbe essere esatta?
Sarebbe un augurio bellissimo, anche perché è ciò di cui abbiamo bisogno. La voce nel disco fischietta per sé stessa perché è sola, ma in fondo è nella dimensione live, anche ‘intima’ che quella che hai descritto, che tutto trova completa realizzazione.
Ma soprattutto perché “dove? pt. 1″ è dopo “dove? pt. 2”?
Tornare indietro è un po’ come quando in un romanzo o in un film c’è un flashback; e poi ci piace l’idea che l’ascoltatore possa, se vuole, riordinare le parti in ordine cronologico. Lasciare a chi ascolta l’iniziativa. Anche perché cambiare l’ordine di ascolto dei brani di un album può gettare una luce diversa sui significati in esso presenti. Ci viene in mente “Damn” di Kendrick Lamar, che può essere ascoltato dalla prima all’ultima traccia o viceversa, e infatti è stato pubblicato su vinile in entrambe le versioni.
In “luna” c’è un paradosso: «E fare finta che va tutto bene, fare finta che la guerra è finita e che la Terra è infinita». Avreste mai pensato che la guerra, solo qualche giorno dopo, sarebbe invece iniziata?
No, infatti riascoltare “luna” dopo lo scoppio del conflitto è stato un po’ inquietante, perché sembrava quasi profetica. Però quella frase riassume bene, secondo noi, la ciclicità della Storia. Forse era solo questione di tempo prima che qualcosa del genere succedesse.
Se doveste scegliere, con chi vi piacerebbe fare un feat?
In Italia ci sono moltissimi artisti che stimiamo e con cui sarebbe interessante collaborare, soprattutto se non suonano in modo simile a noi; per esempio Ginevra o i ragazzi del Thru Collected. Sarebbe anche estremo fare un feat Ostia-Fiumicino con tha Supreme. A livello internazionale, invece, ci sentiamo vicini a Phoebe Bridgers e Clairo, che tra l’altro verranno in Italia per un concerto insieme a luglio. Ci piacerebbe suonare e creare con loro!
Scrivete come questo album sia la vostra capsula del tempo. C’è un’assonanza con una puntata di This Is Us dove qualsiasi membro della famiglia pensava a un oggetto o a un qualcosa che si potesse conservare nel tempo, affinché rimanesse intatto anche dopo moltissimi anni. Quale sarebbe il vostro oggetto o vostro ricordo da inserire in questa capsula immaginaria che vorreste ricordare o vorreste che si realizzasse tra qualche anno?
Ci piacerebbe che nella capsula ci fosse un registratore a nastro: noi registriamo in analogico non per dare un sapore vintage, ma per restituire vita a oggetti ancora pieni di potenzialità e, soprattutto, per utilizzare un approccio alla musica diverso da quello “normale” dei nostri giorni, per ricollegarci a una domanda precedente: più pensato, più profondo perché ‘perdona’ di meno rispetto al digitale e anzi esige la tua piena attenzione. Fare musica senza uno schermo e addirittura dovendo mettere i telefoni in modalità aereo per non interferire col nastro rende tutto diverso.
Classica domanda di chiusura, progetti futuri? A quando i prossimi live?
Di sicuro ci piacerebbe dare a questo album la possibilità e il tempo di crescere e sedimentarsi, perché crediamo che possa parlare a molte persone in modo diverso da quello a cui siamo abituati. Anche i concerti sono importantissimi in questo senso, e stiamo preparando gli appuntamenti per questa estate. Presto arriveranno le prime novità!