Eccoci a parlare di una musica che ha quella luce dentro che ci ricorda di quanto sia importante l’estetica liquida, semplice, umana e – per quanto “artefatta” di soluzioni digitali – comunque figlia dell’uomo in ogni caso e in ogni cosa che mostra. Da Reggio Emilia arrivano I Problemi di Gibbo, una realtà di pop indipendente italiano racchiuso dentro questo primo disco dal titolo “Sai dirmi perché?” dove i due pilastri fondamentali sono semplici come, forse, ci siamo dimenticati da tempo: una chitarra acustica e la vita quotidiana. Per il resto il disco ha gustosi arrangiamenti che permettono con coerenza il dialogo con le nuove tecnologie, una produzione che si attesta sincera e credibile, attenta molto alle mode indie dei nuovi suoni e della nuova forma canzone. Ma niente è fatto con questo bisogno spasmodico di aderire alle mode, anzi… “Sai dirmi perché?” trovo che sia un disco molto personale e, ribadisco con forza, credibile. Aspettiamo l’evoluzione e magari una ricerca ancora più intima e personale che approdi a quella melodia che al pop demanda anche l’estetica bella da ricordare fin dal primo ascolto. Poi, anche noi come tutti gli altri, vogliamo sapere chi è questo Gibbo…
E quindi questa la dovete scontare. Ho fatto un giro in rete e so per certo che vi tocca. Chi è Gibbo?
Chi è Gibbo… Perché tutti lo vogliono sapere? Siamo sicuri che sia davvero così importante? In realtà abbiamo capito che la cosa che davvero suscita curiosità nel nostro nome è la parola “problemi”. Tutti si chiedono chi è Gibbo proprio perché “ha dei problemi”. È una parola difficile, che nella gente genera un certo disagio. È la parte di noi che non mettiamo mai in evidenza, che non condividiamo sui social, che cerchiamo di nascondere e dimenticare (non affrontare). Gibbo invece è diverso, non ha questo timore, non ha paura ad ammettere i propri limiti e le proprie difficoltà. Dovremmo essere tutti un po’ più “Gibbo”, di sicuro saremmo tutti un po’ più veri…
Un esordio di grande classicismo, certamente l’elettronica ma anche e soprattutto il suono acustico, ma anche e soprattutto la bella melodia pop italiana. Dove e come trovano ispirazione I Problemi di Gibbo?
Diciamo che in questo nostro lavoro siamo riusciti a mettere insieme tutte le influenze e i generi che amiamo ascoltare. Siamo molto legati alla musica cantautorale italiana, ma allo stesso tempo siamo da sempre affascinati e incuriositi dei cantautori e alle sonorità indie folk, sia inglesi che oltre oceano. Vorremmo sempre più, cercare di mettere insieme queste due componenti, che ci attraggono e allo stesso tempo miscelare il suono classico con quello più moderno, perché pensiamo che ci sia una vastità ancora da esplorare e sperimentare.
Parliamo dell’estero? Ci trovo molta attitudine inglese nel suono ma soprattutto nelle soluzioni melodiche: sbaglio?
Bella domanda. Diciamo che non è stata una cosa voluta o studiata a tavolino. Abbiamo sempre ascoltato band e cantautori inglesi e americani, perché si sa che noi italiani guardiamo sempre all’estero quando si parla di musica, anche se ogni tanto dovremmo imparare anche a guardare in casa nostra. Sicuramente un certo tipo di ascolto costante, che ci siamo fatti dall’adolescenza ad oggi, hai influito nel nostro background musicale e ci piacerebbe provare a riprodurre quel tipo di sonorità anche su un testo in italiano.
Ci parlate del video di “#Buonumore”? Un rimando agli anni ’90 davvero sfacciato o no?
Assolutamente si! È un periodo che ci è rimasto nel cuore. Tutto è nato dall’idea di realizzare un video dove, in modo virtuale, potessimo percorrere le strade di tutto il mondo. Da lì, al videogame, il passo è stato molto breve. Più il video prendeva forma, più ci sembrava di essere dentro ad una consolle anni ’90, e di sicuro ci siamo divertiti molto, come se fossimo davvero in una sala giochi.
Ecco: che rapporto avete con il tempo? E oggi, per voi, per la vostra musica e per la musica in generale, che tempo è?
Se pensiamo al nostro tempo e a come siamo abituati a viverlo, soprattutto nel momento attuale, ci siamo accorti che forse qualcosa prima non funzionava proprio così bene. Avevamo una vita inconsapevole e disorganizzata, con ritmi frenetici e poco tempo per noi stessi, senza pensare se veramente ci piaceva quello che stavamo facendo. Oggi siamo stati costretti a fermarci, a pensare un attimo alle cose importanti. Questo non è necessariamente un male, anche se inizialmente può spaventare. Anche la musica subirà un grosso cambiamento, come lo subiranno tutte le cose che ci circondano ogni giorno. Ma siamo sicuri che in questo momento di cambiamento ed incertezza, la musica avrà un ruolo importante. E questo alla fine farà bene alla musica, perché tornerà ad avere un ruolo di fondamentale importanza, come fedele compagna della nostra vita, e non solo come un sottofondo da ascoltare distratti.
A chiudere: che rapporto avete con i dischi fisici? Con i CD, con i VINILI? Questa musica che trovo molto figlia dell’era del Compact Disc…
Un ottimo rapporto. Come dicevamo poco prima, la musica negli anni ha avuto un cambiamento velocissimo e anche grazie all’avvento della tecnologia, è stata data la possibilità a tutti di avere la musica quasi immediatamente. Per noi il disco rimane comunque fondamentale ed è una cosa che ci sarà sempre nei nostri concerti, è comunque il ricordo di un momento, di una serata piacevole passata in un locale, una visione “romantica” di un percorso di vita, che ci accompagnerà sempre.