– di Assunta Urbano –
Da Ceprano, in provincia di Frosinone, arrivano con furore i Mutonia. Il power trio si forma nel 2009 e vede tra i componenti Prostin, chitarra e voce, Fabio, basso e synth, e Beppe, batteria.
I tre portano in giro per l’Italia il loro fuckin’ rock e tanti pezzi inediti. Si fanno conoscere dal pubblico mainstream alla scorsa edizione, la quindicesima, di X Factor, militando nella squadra eclettica di Manuel Agnelli.
Conquistano il pubblico con un modo giocoso di prendersi il palco e il “coraggio” di portare in prima serata “Closer” dei Nine Inch Nails. Uno spettacolo nel vero senso della parola.
Il percorso del gruppo ha visto una nuova importante tappa di recente. Ovvero, la registrazione, nella KuTso Noise Home di Matteo Gabbianelli dei Kutso, del singolo “Hey U”.
La band è attiva da più di dieci anni, anche se in molti l’hanno scoperta da poco, è appena ripartita in tour e ha molto altro da raccontare, fuori dal piccolo schermo. E proprio per questa ragione abbiamo intervistato il leader Matteo De Prosperis, alias Prostin.
Il pubblico televisivo ha conosciuto i Mutonia nel corso dell’ultima edizione di X Factor, nel 2021. Come è stato per voi, da band rock, partecipare a un talent show?
Sicuramente è un’esperienza diversa, perché le rock band sono sempre state abituate a farsi le ossa nei club. È raro che un gruppo come noi, ma anche come i Little Pieces of Marmelade e i Melancholia, vada in televisione. Però è successo ed è stata una grande esperienza. Il pubblico si è divertito.
Chi vi ha conosciuto qui ha scoperto che il gruppo si è formato più di dieci anni fa. Siete “mutati” dopo questa esperienza?
Quest’esperienza ha portato tanto nella nostra vita quotidiana e nella nostra carriera. Ci ha permesso di lavorare con Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo. Abbiamo conosciuto il lato televisivo della musica che non conoscevamo prima. Siamo cambiati, come succede in ogni nuova occasione. Muta la forma, ma resta in te l’essenza di ciò che sei. Ed è questo il motivo per cui ci chiamiamo Mutonia.
È stata una bella sfida portare canzoni come “Closer” dei Nine Inch Nails e anche “Sports” dei Viagra Boys in prima serata televisiva.
È stata una rivoluzione. Manuel non aveva mai osato con una sua band portare tematiche e spettacoli di quel tipo in un contesto come X Factor. Suonare “Closer” è stato fantastico. È un brano che conosciamo bene, ma soprattutto ci siamo divertiti a riarrangiarlo. Sappiamo che Trent Reznor ha fatto un lavoro particolare sulla canzone e gli strumenti utilizzati hanno preso una sfumatura diversa. Abbiamo voluto metterci un tocco nostro. Così come per “Sports”, un pezzo diretto e apparentemente semplice. Abbiamo lavorato sullo spettacolo dietro alle esibizioni, riuscendo a essere provocatori.
A proposito di palchi, come sta andando il tour?
Molto bene, nonostante il periodo storico. Le persone vengono ai live e siamo contentissimi. Speriamo che il pubblico possa aumentare nel futuro. Adesso c’è una sfida da affrontare. Oltre a chi già ci seguiva da prima, chi ci ha conosciuto negli ultimi mesi deve ancora capire se siamo quelli che hanno visto sul piccolo schermo oppure se quella era tutta una montatura.
Noi veniamo da più di dieci anni di concerti. La prossima data sarà in un teatro [Teatro Angel dal Foco, di Pergola, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche, ndr]. È la nostra prima volta in uno scenario del genere, non vediamo l’ora. Il palco è sicuramente il nostro ambiente.
Ecco, spesso ci si chiede se il personaggio musicale che vedi in TV è costruito oppure se riesce a portare in quel contesto ciò che è davvero.
Alcune persone mi hanno chiesto se i siparietti andati in diretta fossero una sorta di copione. Ovviamente no, abbiamo portato in quella realtà noi stessi, al 100%. È normale che in certi casi ci sono artisti che si trasformano, ma ci può stare.
Quanto è importante per i Mutonia la dimensione live?
È tutto. È bello in televisione, perché vieni a contatto con dinamiche nuove. Dal vivo, però, è tutta un’altra cosa. Hai la possibilità di incontrare persone dopo il concerto e conoscere i fan. Secondo me, è fondamentale quel momento di intimità tra artista e pubblico.
Dopo “Rebel”, avete pubblicato recentemente “Hey U”, prodotta da Matteo Gabbianelli nella Kutso Noise Home. Ci racconti della canzone?
“Hey U” è uscita poco prima di iniziare il tour. In qualche modo è una “chiamata alle armi” per tutte le persone che ci conoscono. L’abbiamo scritta nello stesso periodo di “Rebel”. Entrambe l’abbiamo proposte a Manuel Agnelli per il programma, ma “Rebel” aveva quel qualcosa in più ed è stata scelta. Poi, abbiamo incontrato Matteo Gabbianelli dei Kutso, dopo aver vinto il contest di Radio Rock, che ci ha prodotto il brano e l’ha fatto uscire sotto la sua etichetta, distribuito poi da Artist First. Invece, a maggio uscirà un nuovo singolo che abbiamo registrato con Manuel Agnelli a Milano. Diciamo che Manuel ha messo le mani su un bel po’ di nostri lavori. È stato bello lavorare insieme e speriamo di coinvolgerlo anche nelle prossime fasi. Abbiamo imparato molto.
Domanda totalmente fuori contesto: se i Mutonia fossero un cocktail, quale sarebbero?
Il Taxi Driver! È un cocktail che ci ha preparato Bogdan, barman del Cap10100 di Torino. Io non sono molto un tipo da cocktail, più da whiskey e birra.
Fare musica in Italia è complicato, fare rock è quasi un’impresa titanica. Che significa per i Mutonia fare rock oggi nel 2022?
Fare rock nel 2022, così come quando abbiamo iniziato nel 2009, per me è vita. La band è sempre stato tutto. Fare rock è un modo di esprimersi, ma anche di vivere.
MUTONIA TOUR
9 APRILE – PERGOLA (PU) – TEATRO ANGEL DAL FOCO
4 MAGGIO – MILANO – TUNNEL CLUB
21 MAGGIO – FIRENZE – VIPER + Bengala Fire