Con un nome che fa riferimento diretto alla grafica tridimensionale – in particolare ai poligoni – i Low Polygon si pongono l’obiettivo di tradurre in musica quello che sentiresti nel tenere in mano un cubo. Da un lato dinamiche nette e affilate. Dall’altro lato loop, sia nella musica che nei testi. Una tridimensionalità che viene trasportata live con strumenti acustici ed elettronici. Low Polygon è un progetto che nasce nel 2018 a Dalmine, in provincia di Bergamo. Inizialmente concepito come un progetto di musica elettronica prende nel tempo la forma di un ibrido acustico/elettronico per poter essere portato sui palchi.
Dietro Low Polygon ci sono Giorgio, Davide, Marco e Omar; un team a metà tra la musica e l’arte grafica con una concezione stilistica, sonora e artistica improntata sul concetto “low poly”.
Ecco cosa ci hanno raccontato!
Esiste una scena musicale a Bergamo? Chi ne fa parte?
A Bergamo c’è una scena musicale molto interessante con un sacco di proposte diverse che si stanno affermando nel panorama nazionale. Bergamo e provincia è piena di musicisti, ma non dimentichiamoci che se la città suona è anche grazie a tutte quelle realtà che hanno sempre messo la musica al primo posto e che nonostante tutto, hanno retto anche i mesi di lockdown e ora stanno piano piano ripartendo. La cosa più bella è che stanno ripartendo con la musica: i posti a sedere sono un pò meno, i palchi un pò più piccoli ma la musica c’è sempre.
In che modo “Demone” rappresenta un cambio di percorso per voi?
“Demone” è un pezzo che nasce anni fa come improvvisazione di piano di dodici minuti; è stata letteralmente una maledizione che ci ha perseguitato e direi che è rimasta coerente al suo senso. Nel brano ritorna la chitarra in veste di lead, combinata in un dialogo che fa con un synth: questo è un nostro modo di voler prendere tutto quello che stiamo imparando e rimescolarlo. Più che cambio di percorso direi che è un altro tassello che si aggiunge.
Di cosa parla “Demone” e in che modo è la colonna sonora perfetta per questo periodo?
“Demone” è un brano che racconta da una parte una spaccatura tra due persone e dall’altra un flusso interiore distorto che porta ad un livello di astrazione incosciente e a tratti schizofrenico il protagonista, insomma “se ti guardo mi vedo io” è perché sto guardando in uno specchio.
Cosa vi porterete dietro da questa pandemia?
La stanchezza di uscire dopo le 21:00.
Programmi per il futuro? Cosa potete anticiparci del vostro disco?
Non anticipiamo niente se non il fatto che siamo già al lavoro e non vediamo l’ora di provare i nuovi brani live!