– di Davide Calò –
21 maggio 2021: dopo quasi tre anni i Gomma tornano a pubblicare qualcosa e ripartono da una doppia uscita che mostra il tempo passato in silenzio, la pandemia che pesa ancora sulle loro spalle e tutte le sensazioni che ruotano intorno a questo confino forzato che abbiamo tutti vissuto. Ma perché reputo questa uscita talmente interessante da portare il mio contributo? Devo ammettere, in primo luogo, che sono abbastanza legato a questa band fin da quando la scoprii anni ed anni fa, quando ero ancora uno studente di liceo. Andavo e tornavo da scuola con alle orecchie “Sottovuoto” e il loro primo album Toska era uno dei miei preferiti; ed è facile intuire, dopo un’attesa di quasi tre anni, quanta contentezza ho avuto quando, appena sveglio, ho visto la notifica di questa doppia uscita su Spotify: era come se il tempo non fosse mai passato, era come se quel ragazzino che sognava di poterli vedere dal vivo e conoscerli non fosse mai cresciuto. Ma in realtà il tempo è passato e mi trovo qua a scrivere anche di quanto gli anni siano mutati e di come questa band sia cresciuta, maturata, diventata grande.
Fin dai primi secondi si avverte un’immensa rabbia intorno a questi due brani, accompagnata da quello che si può definire un malcontento popolare: non è un periodo, per quanto possiamo negarlo, semplice per nessuno e questa sensazione negativa pervade tutti, ma la loro rabbia ha una sfumatura giovane, di quei giovani che hanno sentito in maniera molto più profonda questa sensazione di chiusura tra le mura e, inevitabilmente, anche in se stessi. Una chiusura finalizzata ad una manciata di morti di meno, chiusura totalmente inutile quando la si mette di fianco a quella che è una chiusura in se stessi e la paura che dopo qualcosa del genere inevitabilmente vi potrebbe essere una rottura insanabile. La voce di Ilaria non parla di rammarico e di esistenza, però, diventa semplicemente rabbia, si abbassa e diventa quasi un grido liberatorio, feroce.
“GUANCIA A GUANCIA”, il primo dei due singoli, il più lungo (ed anche il mio preferito), parla della mancanza di contatto fisico, mentre “IENA” parla di una ragazza in preda ad una furia interiore che però viene soffocata all’interno (potrebbe essere tranquillamente un riferimento alla cantante Ilaria, ma non voglio addentrarmi in analisi psicanalitiche). Il salto temporale, rispetto ad altri singoli od alla storia musicale del gruppo, è evidente: le sonorità si approfondiscono e la voce diventa uno strumento. Questa doppia uscita ora come ora si pone in vista dell’uscita prossima dell’album, in maniera interessante e, probabilmente, costituisce una delle migliori release italiane di quest’anno, se non la migliore.
Se compariamo “GUANCIA A GUANCIA” e “IENA” con altre uscite come quelle del loro album del 2019, Sacrosanto, l’ultima uscita del gruppo, assistiamo veramente ad un salto, ad uno stravolgimento: si è passati ad un suono più duro nonostante l’“atteggiamento Gomma”, la loro identità musicale, rimanga sempre uguale. Bisogna però ammettere che in questi due anni di attesa non è che nulla non è mai uscito: la cantante, Ilaria, sotto il nome di Ilariuni, ha pubblicato molteplici collaborazioni con altrettanti artisti, mostrando questa crescita, forse, in maniera più continuativa, anche se lo stacco, la traccia, il “modello Gomma” resta più vivo che mai.
In sostanza questi due piccoli frammenti del prossimo album dei Gomma si prospettano meno malinconici: non si tratta di Toska – anche se l’utilizzo della ripetizione sembra riprendere molto il loro primo album – ma con l’aggiunta della rabbia che pervadeva molti singoli di Sacrosanto (anche se in maniera molto meno evidente rispetto a questa doppia uscita). Qui esce tutta l’anima rabbiosa dei Gomma sin dal tono della cantante che diventa più basso, più duro, più digrignato. Ripetendo in conclusione: si prospetta un album ringhioso e rabbioso e, in totale onestà, credo possa essere una delle migliori uscite di quest’anno.