Un parterre decisamente interessante che torna a far sentire la sua voce: Sarah Stride (voce e testi), Xabier Iriondo (chitarra elettrica), Andrea Viti (basso elettrico) e Diego Galeri (batteria). Sono I Fiumi che maneggio comodamente tra le mani con questo 45 giri in tiratura limitata, dentro cui campeggiano i singoli “Perdoniamo Caino” e “Sulla peste coriandoli”. La ruggine del rock dentro i metalli futuristici di new wave. E se la prima sfidando qualche scala araba si permette tinte scure decisamente poco abitudinarie, la seconda sembra un rimaneggiare in stile un brano pop dalle sfacciate sembianze radiofoniche. E sono sensazioni antiche, di antichi rituali anni ’90.
Prima di tutto mi colpisce, se ho capito bene, che troviamo solo un 45 giri e un solo brano dentro gli streaming service. Vero?
Sì esatto, abbiamo pubblicato solo un singolo in digitale, un secondo inedito è uscito solamente come Lato B del 7 pollici in tiratura limitata numerata di 100 copie uscito per Dischi Soviet Studio.
Si sta tornando a combattere la liquidità?
In un certo senso sì ma più che combattere la liquidità ci interessa riportare attenzione verso un certo modo di ascoltare la musica, l’ascolto in vinile richiede attenzione e presuppone una scelta precisa, l’acquisto di un oggetto fisico. Leggevo qualche giorno fa che nel 2024 in un solo giorno escono tanti singoli quanti ne sono usciti nel 1989, è impressionante ma è altrettanto assurdo pensare che la gran parte di queste uscite non verrà ascoltata. L’impatto devastante che hanno avuto le piattaforme di streaming sulla musica si riflette su tutta la filiera della produzione musicale con conseguente impoverimento economico e culturale a vantaggio esclusivo delle grandi corparations. Siamo consapevoli che il mercato discografico ormai non può più prescindere dalla musica digitale ma si possono scegliere anche altre strade. I Fiumi dunque decidono di pubblicare un solo brano liquido, se l’hai ascoltato e ti è piaciuto puoi avere altra musica de I Fiumi acquistando un disco vero. Ci piace l’idea che chi ascolta la nostra musica abbia investito del tempo e, perchè no, anche del denaro acquistando un vinile per godere del frutto del nostro lavoro, che, nel nostro caso, per la produzione di sole due canzoni è comunque davvero tanto.
Il vostro rock in fondo attinge a piene mani da un modo di fare “analogico”… e anche senza troppe virgolette… vero?
Togliamo pure le virgolette…ad eccezione di Sarah che è più giovane, siamo cresciuti musicalmente negli anni ottanta e abbiamo vissuto da protagonisti gli anni novanta. Abbiamo imparato a suonare con le nostre bands in sala prove, macinato kilometri per andare a suonare dal vivo ovunque ce ne fosse la possibilità…abbiamo un istinto analogico per natura. In tutti i progetti in cui siamo coinvolti amiamo sperimentare con la musica in tutte le sue forme, dal cantautorato al noise all’elettronica, ma l’approccio è comunque sempre molto materico. Ciò non significa che ripudiamo la tecnologia, anzi cerchiamo di trarne beneficio ma stando sempre attenti a mettere al centro la performance, l’espressività del musicista, dell’essere umano. Quello che si sente nella nostra musica siamo noi, la nostra creatività e i nostri strumenti, senza artifici.
Due brani che stanno anticipando che cosa…?
Per ora nulla, queste canzoni sono nate dalle prime sessions con Andrea Viti, ci sono piaciute così tanto che abbiamo sentito l’urgenza di pubblicarle in breve tempo. Lavoreremo su altra musica prossimamente ma è prematuro parlarne ora.