La band milanese, il 7 settembre chiude l’estate meneghina riempiendo il Circolo Magnolia, portando il tour di Vivi per sempre verso la chiusura con una grande festa dal titolo Milano per sempre che vede ospiti anche altri dell’etichetta Maciste Dischi.
• di Giacomo Daneluzzo
Sulle note di Shakespeare inizia Milano per sempre, la serata al Magnolia (così pieno che sembra ospitare ancora il MiAmi Festival), che vede protagonisti i Canova nel loro primo live dopo la fine del tour estivo. Sullo sfondo, dietro i musicisti, si staglia il cane protagonista della cover di Vivi per sempre, il loro ultimo disco uscito lo scorso marzo [LEGGI L’INTERVISTA].
Matteo Mobrici e i suoi sanno come scaldare il pubblico, che sa a memoria il testo di Vita sociale, uno dei pezzi più famosi, e il live prosegue tra cellulari che riprendono i pezzi preferiti dei loro proprietari, gente che balla e lunghi applausi. Ma questa serata non è fatta solo di gente che balla, si diverte e si scatena – per quanto senza dubbio questa sia una parte importante. Si tratta di un concerto particolare, durante il quale i Canova cercano di coinvolgere il pubblico in un turbinio di emozioni, che passa dalla voglia di divertirsi, di fare festa, a quella di guardare malinconici alla vita, al passato e ai ricordi, ma al contempo anche al futuro: questo, infatti, è il penultimo concerto a cui Federico, bassista del gruppo, prenderà parte con i Canova, in seguito alla sua decisione di uscire dal gruppo. Decisione che non tocca il rapporto personale con gli altri membri, che gli dedicano il suo pezzo preferito della band, Santamaria, in una scena quasi commovente.
Oltre ai pezzi storici del gruppo vengono inserite nella scaletta le cover di Rolls Royce, il pezzo sanremese di Achille Lauro, in una versione molto rock ed energica, e di Stavo pensando a te di Fabri Fibra, quest’ultima con l’intervento di Fulminacci in acustico. Gazzelle si presenta sul palco come ospite, per cantare Nmrpm e Quella te, pezzi forti del suo repertorio, insieme ai Canova e a tutto il pubblico, che a quanto pare sa a memoria anche i suoi testi.
La grande capacità di tenere il palco di Matteo si rivela dal saper alternare in modo efficace i momenti più riflessivi (le canzoni dei Canova non sono esattamente allegre, in fin dei conti) a momenti di gioco, di ironia, in cui si scherza e il pubblico si diverte e ride. Musicalmente è un continuo passare dall’elettrico all’acustico, dai synth anni ‘90 tipici dell’indie-pop all’italiana a pezzi più vicini alla tradizione cantautorale nostrana, e forse è proprio questa doppia anima dei Canova a renderli, dal punto di vista musicale e non, uno dei gruppi più interessanti di questa “nuova – ma non più troppo – scena” pop.
Il Magnolia è stato teatro di una serata piena di emozioni, dalle risate alla malinconia, dalla festa al afterparty; una serata divertente e commovente allo stesso tempo, che davvero ha fatto sentire tutti i presenti “una grande famiglia”, come li ha definiti il frontman dei Canova. E, anche se il Magnolia è a Segrate e Segrate è fuori Milano, questa serata mi fa pensare che Milano è anche questo, il non sapere se sei triste o felice, provare questi sentimenti contemporaneamente e insieme ad altre persone, riuscire a prendersi una pausa per dare ascolto alle emozioni in mezzo alla frenesia della vita metropolitana. Come forse tutti i concerti, in un certo senso, questo è stato molto più di un concerto. Milano è per sempre, e questa sera Milano sono stati i Canova, che hanno regalato al pubblico un’esperienza intensa, da ricordare tra lacrime e sorrisi.
La foto di copertina è di Luigi Rizzo via Facebook
le foto interne di Danilo D’Auria