– di Martina Rossato –
Honolulu è un posto lontano, che rappresenta per molti il desiderio di fuggire dalla banalità della vita di tutti i giorni. Per Filippo Bubbico, Honolulu è il simbolo della ricerca del proprio io più remoto e profondo. Con questo disco, l’artista vuole promettere a se stesso e a chi lo ascolta che continuerà a cercarsi e infine realizzerà i propri sogni, ricordandoci che anche quando ci sembra di fallire, anche quando la noiosa realtà che ci circonda sembra intrappolarci, “In ognuno di noi” c’è una via di uscita.
Honolulu arrivo è una promessa. Bubbico, che forse si sente un po’ perso, agitato tra i venti del ricordo di un passato immortale e l’impazienza di un futuro ancora da vivere, continuerà a scavare per raggiungere una sempre maggiore consapevolezza della realtà che lo circonda e della propria persona. “Honolulu arrivo!” è anche la frase che pronuncia prima di andarsene, volando come un razzo, un esasperato Merlino nel film di animazione “La spada nella roccia”. Il Mago, arrabbiato e stanco, decide di rifugiarsi per qualche tempo in “un’isola lontana, un posto che non è ancora stato scoperto”. Vola dunque verso una Honolulu del XX secolo, appartenente quindi al futuro, rispetto all’ambientazione medievale del film. Bubbico vuole fare come Merlino: ritagliare un proprio spazio, un posto dove stare con se stesso e, senza distrazioni, andare alla ricerca del proprio futuro.
Questo è il secondo album di Filippo Bubbico e rispetto al primo, Sun Village, la consapevolezza dell’artista comincia a farsi più evidente. In questo disco egli ha infatti raggiunto una maggiore maturità, personale e musicale. A differenza di Sun Village, in Honolulu arrivo tutte le tracce sono in italiano; si tratta di uno solo dei tanti aspetti che segnano il profondo cambiamento rispetto al suo primo lavoro in studio. In questo album Bubbico sperimenta suoni nuovi, collaborando anche con artisti quali Carmine Tundo (La Municipàl) e Aurora de Gregorio. Ad ogni modo, in questo quanto nel primo album, resta fondamentale la collaborazione con la sorella Carolina Bubbico, polistrumentista e direttore d’orchestra, a testimoniare il fortissimo legame tra la famiglia Bubbico e la musica: Filippo è infatti nato e cresciuto in una famiglia di musicisti che ha sempre appoggiato e nutrito la sua passione.
L’album, che era stato anticipato dal videoclip di “Non salgo da te”, è stato prodotto a Lecce per Sun Village Records, con l’appoggio di Puglia Sounds Records, e distribuito da I.R.D. È composto da nove tracce, di cui l’ultima è “Jnana”, termine sanscrito che rimanda all’induismo; significa “conoscenza” ed è uno dei quattro sentieri per raggiungere la salvezza (e in questo caso anche la via di uscita dalla noia). Il disco è quindi un viaggio verso la realizzazione di se stessi, che passa attraverso una conoscenza sempre più profonda.
Insieme alla ricerca della conoscenza, coprotagonista di questo disco è la noia, alla quale viene dedicata un’intera canzone. Neanche la noia però è vista in modo troppo negativo: «Prego che la vita sia infinita, è che mi annoio e cerco una via d’uscita». La noia, quindi, non è altro che il motore che porta a cercare qualcosa di più intenso, a sorpassare i propri limiti, per vivere più a fondo.
Cercando di convincere se stesso di essere al mondo, con il suo pop-funk melodico, Filippo Bubbico ci fa sentire per un po’ «quel sapore di vita vera» (che tanto cerca nella prima traccia, “Vorrei vivere da animale”), ci ricorda che esistiamo e tenta di non farci passare la voglia di volare. Troppo spesso viviamo la nostra vita in un continuo oscillare tra il nostro lato debole, che ci fa sempre molta paura, («Siamo animali fragili, che spaventati salgono sugli alberi», come canta in “In oguno di noi”) e la sensazione, invece, di essere invincibili («Proprio ieri mi sentivo un eroe»). Bubbico ci insegna e ci invita a non avere paura di avvicinarci anche i nostri lati più fragili ma, anzi, ad accettarli, perché è soltanto così che possiamo conoscerci davvero e raggiungere la nostra Honolulu.
Citazione posticcia, in verità Merlino va alle Bermuda…
Ciao, ho controllato e sembra che “Honololulu, arrivo!” sia una citazione esatta dal film del 1963. Guarda, ti allego un link di un utente di YouTube che ha caricato quella scena, così puoi verificare direttamente tu: https://www.youtube.com/watch?v=TcgNZ1T9ux0