In scena Half Man, in scena HLFMN con un disco dal titolo “Double Mirror”. Il suono digitale, la composizione che in ogni direzione cerca la terra e l’uomo ma anche il suo contrario, cerca la ritualità per l’evasione ma anche un conto pragmatico con quel che esiste per davvero. E poi il comparto ritmico decisamente funzionale ad ispirare scenari urbani… e poi le aperture che teletrasportano dentro non luoghi. La produzione strumentale indie italiana è sempre più ricca di percorsi che indagano l’uomo e il suo modo di stare al mondo in relazione a questo interminabile fluire digitale dentro cui siamo immersi senza via di fuga, senza un limite apparente, senza mai una fine…
Non è la prima volta che giochi con il concetto di specchio, di dualismo, di “mirror”… se non sbaglio… posso chiederti da cosa nasce questo bisogno di indagare il dualismo?
Durante il mio 22esimo anno su questa terra sono stato colpito dal male di questo periodo storico: la depressione ; per un ragazzo tendenzialmente ottimista e innamorato della vita
è stato un colpo durissimo, non riuscivo a capire quello che mi stava accadendo… fino a quando, all’incirca 2-3 anni dopo, ho scoperto la meditazione :
da lì ho iniziato a capire come il mondo interiore della coscienza ed il mondo esteriore della materia siano costantemente collegati e comunicanti ad un livello estremamente profondo e perlopiù insondabile.
Che poi la tua maschera mette in luce, per come mi arriva, non una sola metà bensì due e poco umane. Dove regna l’uomo e dove il resto del creato?
La maschera rappresenta esattamente il dualismo materia/coscienza , dove la metà colorata rappresenta il mondo materiale
mentre la metà nera rappresenta il mistero insondabile della coscienza; secondo questa visione l’uomo decide dentro di se come dovrà essere il mondo esteriore…
anche se nella vita di tutti i giorni assistiamo quasi sempre al fenomeno opposto (gli eventi esterni modificano il nostro stato di coscienza) .
Il suono si pone in un dualismo assai complicato da rintracciare. Semplice nella sua natura tra elettronica ed etnia reale… ma nel dialogo della composizione, esiste anche lì un dualismo?
Certamente; durante la creazione dei brani tendo a partire “dal basso” cioè concentrandomi sui ritmi di batteria e sulle linee di basso, per poi spostarmi sugli aspetti più eterei e sognanti dei pad, degli archi o delle voci (solitamente femminili) … in questo modo creo una contrapposizione di “pesantezza” terrena, rappresentata dal groove, con una “leggerezza” mistica ed emozionante, rappresentata dalle melodie.
E nel video di “Tellurika (Reprise)” il senso tribale, il bosco, la danza anche un poco propiziatoria… il virtuale diviene un disegno, l’immersione un concetto. Il digitale esiste come dimensione? E dove?
Potrà sembrare folle ma secondo me l’universo funziona in maniera molto simile ad un computer ; se riuscissimo a penetrare sempre più in profondità nelle particelle più elementari della materia,
probabilmente scopriremmo che ciò che guida il cosmo sono codici e informazioni …forse il mondo digitale si è inconsciamente ispirato al mondo materiale per il suo funzionamento.
E la completezza invece? Dove e come prende forma?
La completezza prende forma nella danza costante tra mondo interiore e mondo esteriore, ma solo a patto che questi due regni restino in equilibrio; se rimaniamo troppo nel primo ci estraniamo dal mondo, se rimaniamo troppo nel secondo diventiamo superficiali e confusi.
Prima di uscire a cambiare il mondo è meglio entrare e cambiare se stessi.