“Some people get lost” è il nuovo singolo del songwriter dall’anima anglosassone e di stanza a Milano che segue i precedenti singoli “A Boy Needs To Grow” e “Blackbird”. Il primo singolo “A Boy Needs To Grow” rifletteva sull’importanza di scegliere con coraggio un percorso da seguire, indipendentemente da quanto rischioso esso sia. Il secondo, “Blackbird”, invocava la determinazione necessaria per avviarsi e continuare lungo il proprio cammino. “Some People Get Lost” mette sul tavolo le inevitabili cadute e frustrazioni da affrontare man mano che si avanza. Esse sono in grado di farci dubitare, indietreggiare o addirittura cambiare direzione. In realtà è possibile vederle come strumenti per migliorarci e come sfide da superare. Sotto questa luce, tali ostacoli possono essere apprezzati, permettendo di concentrarsi sui singoli passi piuttosto che sul traguardo finale. A fare l’opposto, quest’ultimo apparirebbe troppo lontano fino a sentirlo addirittura irraggiungibile. Infine, ciò che più importa è dare inizio al nostro viaggio, che è qualcosa di non scontato al contrario della fine a cui, prima o poi, ogni cosa arriva.
Nel videoclip, che ha seguito la release del singolo, diretto da Nicola Schito, i personaggi affrontano la crescita di questa consapevolezza, imparando a non cadere ma, anzi, a continuare a riprovarci.
Come si parte da un brano, e in questo caso “Some people get lost” di Henry Beckett, e lo si collega a delle immagini?
Nel mio lavoro mi ritrovo ad avere a che fare con la musica quasi nella quotidianità, di conseguenza questo processo creativo mi è risultato piuttosto naturale. Il flusso, per ovvie ragioni è stato differente, sono infatti partito da una musica già scritta e composta, per poi cucirci attorno una storia, o meglio ancora un percorso, ed è stata un’esperienza davvero intensa e sfidante.
Ho amato la musica di Henry Beckett fin dal primo momento, proprio perché grazie alle sue sonorità, alla sua voce e ai suoi testi sono riuscito ad immergermi dentro nuovi mondi, con i quali ho trovato una grande affinità. Sono convinto che il primo passo da intraprendere è sicuramente quello di creare un legame con l’artista e trovare una visione comune.
Quanto è stata importante la comunicazione con l’artista? E se c’è un conflitto chi vince tra regista e artista?
Proprio come accennavo prima, il dialogo con l’artista è stato fondamentale. Trovo che il conflitto fine a sé stesso all’interno di un processo creativo sia sbagliato. L’affinità che si instaura tra regista ed artista è fondamentale, perché solo grazie a questa si può raggiungere la meta.
Perchè “Some people get lost” doveva assolutamente essere raccontato anche con un video?
La canzone racconta di una fase della vita emotiva che tutti, o quasi, ci troviamo ad affrontare ed il video rappresenta nella sua completezza il mezzo migliore per far arrivare il messaggio a tutti.
Ci racconti i momenti delle riprese? Com’è andata?
Grazie a tutto il team e alle diverse figure coinvolte, tra cui quella chiave del direttore della fotografia Michele Vairo, abbiamo lavorato molto bene durante una lunga fase di preproduzione nei mesi precedenti che ha contribuito a rendere le tre giornate di set un’esperienza immersiva e piacevole.
I sei set dislocati tra Milano e il Lago Maggiore, oltre alla sfida produttiva, ci hanno permesso un’intensa sperimentazione tecnica, in particolare per quanto riguarda alcuni momenti del video musicale, come quello dei mondi sospesi, regalandoci così anche momenti di “divertimento”.
Non posso però di certo negare che difficoltà ed ostacoli non siano mancati, ma è sicuramente da questi che è importante trarre ispirazione e spingere sé stessi a superare i limiti attraverso soluzioni creative ed ispirazionali. Ad esempio, una delle sfide più interessanti dal punto di vista registico è stata quella di entrare in intimità con gli attori per far sì che le storie riuscissero a collidere in un unico intreccio.
Vi siete confrontati sul significato del brano? A che conclusione siete giunti?
Come detto in precedenza, è stato fondamentale lavorare sul brano e sul suo significato. Proprio per questo abbiamo coinvolto una sceneggiatrice, Michela Lillo, per riuscire ad approfondire e sviscerare il tutto. Michela ci ha permesso di affinare la nostra ricerca, facendoci da guida ed aiutandoci nel nostro percorso.
Dove altro possiamo vedere la tua firma?
Potete trovare un’ampia selezione di alcuni dei miei ultimi lavori che spaziano dal cinema alla pubblicità sia su Vimeo che sulla pagina dell’Associazione Italiana Registi.