granger, classe ’98. All’anagrafe Giulia Benvenuto, si sente una privilegiata per essere nata ancora nel 1900. Scrive e canta i propri brani, che parlano principalmente d’amore ma con una punta di amaro e di presa di coscienza, prendendo ispirazione dalle proprie esperienze disastrose e dal cinema, che è la sua seconda grande passione (la terza sono gli alieni). Il progetto ha sonorità alt-pop, influenzato dalla molteplicità di generi e artisti che ascolta. La sua avventura musicale inizia nel 2015 con il duo Seawards, con cui riesce a far passare alcuni video musicali su MTV, ad aprire le date italiane dei The Script al Mediolanum Forum e al Teatro Geox, e a pubblicare un album.
Dopo l’esperienza di X Factor 13, dove il duo subisce un cambio formazione, decide di liberarsi delle ombre del passato e Giulia capisce che vuole proseguire da sola, ritrovando la self-confidence che aveva perso. Vorrebbe essere un punto di riferimento per tutte quelle ragazze che hanno paura di esprimersi perché temono il giudizio della gente, e che hanno bisogno di trovare la propria forza. Proprio come lei.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo, “BLUE”.
“BLUE” è anche uno stato d’animo? Quale, per te?
Gli inglesi usano l’espressione “feeling blue” per indicare la tristezza, io ho preso questo loro modo di dire e l’ho portato in “BLUE”. Per me però in questa canzone c’è più della tristezza, c’è quella sensazione di stare urlando una richiesta d’aiuto contro ad una persona che ami e che però è come se fosse un muro davanti a te.
Cosa ti porti dietro della tua esperienza ad X Factor?
Dall’esperienza di X Factor mi porto dietro tante cose belle; come il palco, i vestiti, il doversi preoccupare solo della musica e ciò che riguarda la preparazione delle esibizioni e le esibizioni in sé, ma anche la consapevolezza che per raggiungere il traguardo bisogna lavorare duramente, accettare le sconfitte e non lasciarsi mai abbattere.
E dei Seawards?
Dei Seawards ho scelto di portarmi dietro solo le cose positive e concentrarmi su quelle per stare bene; l’album, le aperture ai concerti italiani dei The Script e tutte le gioie che abbiamo condiviso tra di noi e con le persone che avevamo attorno. Ho deciso di mettere da parte l’ultimo anno dei Seawards, perché ha creato una ferita bella profonda ma che ormai ho affrontato.
Come nasce la tua collaborazione con Luca Moreale e come ha saputo influenzarti?
Luca l’ho conosciuto grazie a Loris (l’ultimo chitarrista dei Seawards) e Stefano Palaferri, che mi sta vicino nel progetto g
ranger. Avevo bisogno di un produttore e mi hanno portata da lui, ci siamo subito trovati benissimo, c’è una grande intesa anche se ci conosciamo da poco infatti è stata proprio una bella sorpresa della quale avevo bisogno. Luca ha una visione delle cose molto simile alla mia, mi fa conoscere un sacco di suoni e cose che mi arricchiscono sempre di più, tra di noi c’è un bellissimo scambio.
Come stai vivendo la situazione Covid? Ha rallentato qualche tuo piano?
La situazione Covid all’inizio mi aveva abbattuta tremendamente, è stata un po’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso dei Seawards e della mia sanità mentale, quindi più che rallentarmi i piani mi ha fatto mettere tutto in discussione. Adesso quello che mi manca è suonare.
Come stai in questo momento?
Molto bene in realtà, sono serena, ho accanto persone che mi vogliono davvero bene e che portano delle belle energie nella mia vita. Una persona in particolare. Sto facendo un sacco di cose legate alla musica, sia per me che con altri e stare in mezzo a tutta questa musica mi fa stare bene.
Grazie per averlo chiesto.