– di Ilaria Pantusa –
Uno viene dal punk, l’altro dal folk, nascono vicino Napoli e a Napoli si trovano, ritrovando loro stessi e la loro lingua madre, il napoletano. Loro sono rispettivamente Alessio Sollo e Claudio ‘Gnut’ Domestico e lo scorso 22 febbraio hanno fatto tappa a Roma in quel del Nuovo Cinema Palazzo, introdotti da Donpasta, per presentare il loro L’orso ‘nnammurato, un libro+Cd che si compone di 64 liriche e 14 brani, tutti cantati in napoletano e che mescolano sonorità folk, blues e partenopee. Con loro, sul palco, un ipnotizzante Michele Signore ad alternarsi tra mandolini e violino, per dare al suono di Sollo&Gnut la completezza che basta a canzoni così autentiche e intense. A fare il resto la voce di Gnut, una carezza che scalda, e quella di Sollo, travolgente e coinvolgente, ricca della passionalità che ci si aspetta da qualcuno che scrive testi come quelli di questo orso ‘nnammurato.
A partire dal momento in cui Sollo è salito sul palco e ha recitato il testo della splendida Vulesse Vulasse, il pubblico del Nuovo Cinema Palazzo si è ritrovato immerso in una sorta di incantesimo che per un po’ ha fatto dimenticare a tutti di essere nel cuore di San Lorenzo. Raggiunto poi sul palco da Gnut e Signore, le canzoni de L’orso ‘nnammurato non hanno deluso alcuna aspettativa ma, anzi, hanno confermato l’impressione assolutamente positiva data dall’ascolto del disco.
Durante il live c’è stato anche il tempo per una sorta di ping pong dal repertorio dei due, quello punk di Sollo e dei suoi The Collettivo, rivisitato per l’occasione, e quello cantautoriale e folk di Gnut.
L’ incantesimo non si è interrotto fino a che il trio non ha suonato l’ultimo pezzo, quello da cui è nato questo sodalizio artistico e umano, L’ammore ‘o vero, canzone che già doveva far capire quali picchi di bellezza Sollo&Gnut ci avrebbero regalato.