Se vi piacciono le sorprese, questo è un consiglio di cuore: ascoltate “Rapporto di gara”, l’album di Giuseppe Pagliarulo, cantante e chitarrista di Eboli. Sono nove canzoni che non si possono infilare in una definizione in grado di accontentare la libertà compositiva che attraversa “Rapporto di gara” dal primo secondo all’ultimo. È la sorpresa di una scoperta che non ti aspettavi, come un bel regalo inatteso a cui sai che potrai rivolgerti tutte le volte che, invece, sarà l’ovvio a svuotarti la testa dalle cuffie.
Giuseppe Pagliarulo intreccia con maestria testi autobiografici e confidenti a delle architetture sonore poliedriche, delle volte più dure e spigolose altre morbide, affusolate e quasi fragili. “Io non perdo mai tempo”, canzone che apre l’album, si fa strada con un parlato diretto su delle chitarre distorte e un’asciutta linea di basso, secca e ritmata. In “Orlando” cresce l’intensità fino a trasformarsi in un grido nel ritornello. Poi, la calma di “Neve” e “Crepuscolo”, canzoni belle come il colore di un singolo fiore che si è fatto strada tra la neve.
“Rapporto di gara” è un album ben fatto, con un’identità forte che si impone per la sua originalità e ricercatezza stilistica. Eppure, grazie alle giuste melodie e alle parole scelte per scrivere i testi, sa anche essere diretto ed immediato.
Un ottimo lavoro che segna un percorso in salita per Giusepe Pagliarulo. Percorso che seguiremo molto volentieri dopo aver ascoltato “Rapporto di gara”.
Gianluca Grasselli