Si intitola “Alti e colorati” il nuovo disco di Giuseppe Novelli. Un disco di pulito pop rock italiano che sottolineiamo con piacere visto che ormai il medico e cantautore marchigiano ha una carriera di altre pubblicazioni alle spalle, concerti e una personalità ben formata e matura. Siamo di fronte ad uno dei tanti casi in cui l’artista vive di vita propria e di un proprio equilibrio lontano dal circo mediatico ormai imperante ovunque e da quello che comunemente vuole rappresentare la normalità del mestiere. Novelli per la INTERBEAT di Roma pubblica questo disco di 10 inediti che scorrono con leggerezza e senza troppi scossoni, senza punti di svolta ne trasgressioni inaspettate. Liscio e trasparente come un buon amaro, primaverile nonostante spesso affronti temi impegnativi che ruotano tutti attorno ad un concetto di sogno: la vita da restituire alle cose che contano, alle grandi importanze per sfuggire alla futilità di cui ci stiamo riempiendo. E nel bellissimo video di lancio della title track, Novelli esorta coma da titolo ad inseguire la bellezza, la verità… almeno secondo un metro alto e colorato di morale e di valori.
Artista e medico. Una formula che si è resa celebre in questa nostra tradizione cantautorale. Inutile chiederti cosa ti senti di più… ma posso chiederti quale sfera della tua vita ha condizionato l’altra?
Da ragazzo non immaginavo che in futuro avrei svolto il lavoro del medico. È stata la musica ad aiutarmi e a farmi interrogare su cosa per me “valesse la pena” fare da grande… col passare degli anni le parti si sono invertite, ora è il mio quotidiano ad ispirarmi per nuove canzoni e ad impormi in qualche modo di dare sfogo alla creatività!
Un disco che già dal titolo celebra i sogni e quel certo modo di affrontare la vita. Secondo te è una ricetta vincente?
I sogni sono obiettivi che si possono raggiungere. Giorno dopo giorno ci danno la forza per costruire il futuro. Diversamente dalle utopie si fondano su radici concrete e sorgono dalle vicende quotidiane. Non saprei dire se i sogni siano la ricetta vincente per affrontare la vita ma di sicuro contribuiscono a dare un senso alla nostra esistenza
Contro le sconfitte… Giuseppe Novelli che ricetta propone?
Nessuna ricetta. Le sconfitte ci saranno sempre e non rispondono per forza alla logica umana del merito, a volte sei preparato, pronto ad affrontare una prova ma ne esci comunque perdente. Servono, le sconfitte, ti aiutano a crescere e ti impongono domande. Credo che per godere pienamente di una vittoria si debba prima imparare a perdere, quando si è disposti a perdere tutto allora si vince, forse…
Oggi l’artista è un personaggio mediatico prima ancora che spirituale. La tua musica però ha sempre tenuto una distanza di sicurezza dal circo della comunicazione. Come mai? Scelta o semplice conseguenza del riscontro?
Piuttosto tentativo di dimostrare che c’è un’alternativa. Credo che oggi più che mai si debba restituire dignità al lavoro dei musicisti e degli artisti in generale. Per fare questo è bene partire da sé. I primi due album sono serviti a me per capire quale fosse il ruolo della musica nella mia vita ed ora servono per mostrare al pubblico che Giuseppe Novelli non è solo quello di “Alti e Colorati”. Per dare dignità alla musica bisogna riconoscere un’esperienza musicale in un’artista. Il punto non è rischiare o meno di essere un personaggio mediatico ma proporre al pubblico un equilibrato mix di forma e sostanza.
Parliamo di elettronica, ti va? Doveroso parlarne visto che ormai è divenuta la cifra stilistica di tutti… come ti approcci a questo linguaggio sonoro?
Mi piace molto, la musica elettronica consente di esprimersi come mai prima, e ritengo sia la naturale evoluzione della musica analogica, quella dei synth anni 70…
È anche molto popolare e capace di rispondere a vari livelli professionali, uno strumento utile per arrangiatori-compositori professionisti e parimenti adatto ad usi più dilettantistici, da quello personale alle feste in casa.
E parliamo dei suoni visto che questo disco ha una produzione decisa e ricca di semplicità. Suoni belli “rotondi” come il bel pop d’autore ci insegna. Come li hai costruiti?
Li abbiamo costruiti assieme alla mia band, ci abbiamo messo un po’ a dire la verità, quest’album è stata la nostra “chinese democracy” in quanto a gestazione. Ogni membro della band ha sviluppato il suo lato pop rock ed ha restituito la sua visione, ecco è stata una fusione di identità che si è espressa in un genere ben codificato, un artigianato leggero e pulito.
Parliamo del futuro… il video di lancio ormai ha quasi un anno. Nuove cose in arrivo?
È da poco uscito il nostro nuovo video “38”, altro brano che appartiene al disco “Alti e Colorati”, spero che abbia il successo del video precedente, che ci ha aperto molte strade. Ho nel cassetto molti brani, alcuni lasciati a metà, per ora preferisco dedicarmi al nuovo disco, ai live ed alla partecipazione a qualche rassegna di musica d’autore.