La canzone d’autore che si macchia di volute rock anche alternative, sempre senza proiettarsi troppo in una direzione precisa. Resta in un sobrio equilibrio il nuovo lavoro di Giuseppe Brogna dal titolo “Vivere piano” pubblicato da Emic Entertainment per la produzione di Nicola Bavaro. Dimensioni altre dal vivere quotidiano fatto di una liquidità rapida e mai umana. Bellissima la copertina che con il titolo davvero ci proietta in un altrove possibile, auspicabile… avremmo forse sperato in una forma canzone più allegorica, distopica, meno pop… ma è decisamente un dettaglio che non toglie nulla al cuore pulsante di tutto l’ascolto.
Un nuovo lavoro. Solo 4 brani. Curiosa questa riflessione: narri del tempo, della sua velocità, di questo bisogno che abbiamo nel ritrovarne gli spazi e la sua lentezza… eppure il tuo lavoro è digitale, liquido come tutti, di soli 4 brani. Non è incoerente tutto questo secondo te?
Sinceramente non associo la lentezza e gli spazi di cui parlo nel disco alla materialità di un supporto musicale fisico. Digitale non vuol dire per forza di cose “effimero”, la penso così. Si può ascoltare distrattamente anche un vinile e invece lasciarsi trasportare completamente da una canzone che passa per caso in una playlist mentre stiamo camminando per strada. Quello di “Vivere Piano” è un invito a fare attenzione alle cose e alle emozioni che incontriamo sul nostro cammino, qualsiasi esse siano. E’ uno spunto di riflessione per andare oltre la forma e trovare appunto spazio e tempo dove apparentemente non si vedono. La scelta di soli 4 brani non è casuale, ma frutto di un linea coerente con il contenuto del disco che punta ad essere essenziale nella forma e nel messaggio.
Dalla versione acustica di “Vivere piano” a quella prodotta: esiste l’incontro con Nicola Bavaro in tutto questo. Il risultato finale pensi sia aderente al tuo modo di vivere?
Assolutamente si. Questo disco è la trasposizione musicale di come io vedo il mondo e di come vorrei che fosse. Collaboro da anni con Nicola Bavaro e questo si riflette nel risultato finale, perché Nicola conoscendomi bene ha saputo tradurre negli arrangiamenti il significato delle canzoni, mettendoci molto di personale. Il risultato mi soddisfa e lo trovo aderente anche perché è il frutto di una completa condivisione e quindi non è solo un disco “mio”, ma il frutto di un percorso fatto insieme a lui, a Emic Entertainment e a Gianni Masci e Matteo Di Biase che hanno suonato le loro chitarre nelle canzoni.
La canzone d’autore oggi: come la vivi, come la vede, cosa senti che sta diventando?
La canzone d’autore oggi è più contaminata che mai. La musica è cambiata moltissimo come è giusto che sia ed è molto stimolante oggi, a mio avviso, vedere diverse e nuove forme-canzone che emergono e si affermano. Le canzoni sono un potente strumento di comunicazione e per forza di cose trovano sempre nuovi modi per “farsi ascoltare”: cambia la società, cambiano le persone, cambiano le canzoni. Io dal canto mio cerco di sforzarmi ad uscire dalla mia comfort zone creativa, dai miei meccanismi collaudati, per sperimentare nuove soluzioni e cercare nuovi messaggi da comunicare.
E tornando al tema, bellissimo ed importante: il tuo personalissimo rimedio alla velocità?
Il mio personalissimo rimedio alla velocità sta, come dico nel disco, nell’attenzione verso le piccole cose. Fermarsi, può sembrare banale, ma è l’unico rimedio contro la velocità e l’ansia del futuro. Continuare a correre senza motivo non lo trovo molto produttivo, eppure molto spesso è l’unica cosa che sappiamo fare. Quando si perde la bussola è necessario e doveroso rallentare e fermarsi per rendersi conto di quello che si ha a disposizione e di quanto questo abbia valore. Ripeto, sembrerà ovvio, ma quante volte lo facciamo?
A questo punto parliamo da dove abbiamo iniziato: ci sarà un vinile del futuro full length di Giuseppe Brogna?
Sto scrivendo nuove canzoni, al momento mi sto concentrando su questo. In futuro deciderò che forma e che materia dare a tutto questo. Sicuramente la produzione di un album è nei miei desideri, ma per adesso “vivo piano” e scrivo.