Direttore della Sezione Cinema alla Scuola Romana di Fotografia e Cinema e docente di Regia, Giovanni Bufalini firma anche tanti video ufficiali non ultimo quello del Duo La Merla, al secolo Michele Silvestri e Fabio “Whiskey” Forbicioni che si avviano al nuovo disco di inediti presentano questa “Ballata di Tiburzi”, la loro personale versione di un brano scritto da Silvana Pampanini che lei stessa cantò in una versione a cappella per il film “Tiburzi”, regia di Paolo Benvenuti del 1996. Giovanni Bufalini ha realizzato questo bellissimo video a corredo, prodotto dalla Fondazione Centro Studi per la “Città di Orvieto”: un viaggio nel tempo dentro la figura di un leggendario Robin Hood dell’Italia di fine ‘800.
Un video che in qualche modo ripesca la storia. Hai cercato di rappresentarla o in qualche modo di darne una lettura personale?
La canzone della Pampanini celebra le gesta di Domenico Tiburzi come fosse una sorta di Robin Hood del centro Italia, alla fine dell’800. Il videoclip della rivisitazione del Duo La Merla, dunque, andava scritto e girato come un allegoria romantica, piuttosto che cercare la fedeltà con i fatti storici. Del resto, non era comunque mia intenzione rendere eroici dei briganti.
Costumi, ambientazione e oggetti… c’è qualcosa che è mancato o che non è stato come avresti voluto?
Per me la cura per il dettaglio è fondamentale nel racconto cinematografico. In base al budget che ho a disposizione, quando racconto una storia in costume mi dedico sempre personalmente alla plausibilità. Meglio che posso.
Quanto è difficile oggi, con la tecnologia che abbiamo e con il modo di pensare all’estetica, rappresentare il passato remoto?
Per me i registi si dividono in due grosse categorie: i narrativi e gli “estetisti”. Mi piace pensare di appartenere alla prima. Raccontare storie ambientate nel passato è il modo migliore per veicolare le tematiche attuali, sotto forma di metafora. Arriva in maniera molto più diretta il messaggio.
Un bianco e nero che diventa anche protagonista per la narrazione. Ci saremmo attesi un “invecchiamento” ulteriore nella resa visiva invece che questa immagine nitida… o sbaglio?
Il bianco e nero è una scelta stilistica. Basta quello a tirare fuori la poesia, come del resto la scelta di girare a rallentatore. Gli artifici di invecchiamento troppo smaccati, al contrario, per me sono più che altro un vezzo estetico tipico del post-moderno che spesso rende il tutto più finto. Decisamente meno elegante.
E se ti chiedessi di pensare ad una codifica moderna di Tiburzi e di quella vicenda? Come ti verrebbe da girare questo video?
Il videoclip mi va bene così com’è venuto. Per raccontare in maniera più ampia la vicenda a modo mio, girerei piuttosto un film commedia ambientato ai giorni nostri. Una caccia al tesoro dei briganti con flashback ambientati nel passato, in puro stile hollywoodiano anni ‘60 / ‘80. Chi sa che qualcuno non si interessi a questa idea.