• di Angelo Mattina
Rime baciate. Ripetizioni di gruppi di parole. Richiami a prodotti di uso domestico/ culinario/ medico. Amori infranti. E poi chitarre strumming. Qualche spolverata di synth. Arpeggini Lo-Fi.
Smog, l’ultimo, o meglio il secondo album di Giorgio Poi rispetta, uno per uno, tutti gli ingredienti di quella che è finita per diventare la vulgata stilistica dell’indie pop italiano. Nove canzoni, tracklist conforme al vademecum di cui sopra (immancabili Vinavil e Maionese) ed una collaborazione con il fiore all’occhiello del roster di Bomba Dischi: Calcutta.
Del cantautore di Latina il ‘padrone di casa’ rispetta fedelmente il lirismo scanzonato, nostalgico ed autoironico. Insieme cantano La Musica Italiana, prendendosi poco sul serio: “Calcutta e Giorgio Poi, Madonna che tristezza”. In una prevedibile carrellata di brani easy listening ci si può però permettere anche la sfumatura spiazzante: una title track strumentale, estremamente curata, con aperture evocative quasi ambient. E allora vuoi vedere che magari Giorgio Poi, sotto sotto, potrebbe pure essere altro rispetto a questo “Smog”?