Disco d’esordio davvero interessante, liquido nella sua natura digitale ma anche pensando alle tante visioni psichedeliche e lisergiche che ci rilascia in questo video ufficiale del singolo “Blind” dove ritroviamo la firma di Luca Pastore che spesso gravita attorno a suoni e immagini in cui la narrazione si affida a percezioni e immaginazioni altre. Parliamo di Luna Paese in arte Gintsugi che firma questo suo primo lavoro eponimo che si pregia anche della collaborazione di un grande come Victor Van Vugt (già a lavoro con Nick Cave and the Bad Seeds, Beth Orton ed altri) e lo fa presso i Riverside Studios di Berlino. Ed è un cerchio che magicamente si chiude tra venature orientali e quel certo richiamo dub new yorkese, tra un pop metropolitano ed un dark post apocalittico. Non sembra avere la faccia di un disco estivo… sembra non esserci alcun punto fermo nella sua geolocalizzazione. Sottile e silenzioso, intimo se vogliamo…
Oniriche sensazioni di sospensione… questi i primi aggettivi che mi vengono alla mente. Tu cosa mi rispondi?
C’è’ una dimensione poetica nelle canzoni che sono sospese, tra realtà e immaginazione. La prima immagine con cui ho lavorato per quanto riguarda i suoni e’ quella dei fantasmi.
Un esordio che sembra provenire da un tempo lontano… che tempo immagini per questo lavoro e che luogo soprattutto?
Tra il medioevo e il futurismo, in un castello infestato.
L’Oriente sembra essere un punto fermo o sbaglio? Anche nelle melodie di questa voce…
Non ho punti fermi, purtroppo (o per fortuna). Dell’Oriente mi ispira la filosofia, forse corrisponde di più alla verità di quello che abbiamo costruito in occidente.
Elettronica a gocce ma quanto basta per dare una direzione assai dark, industrial se non fosse per la dimensione minimale, vero?
La direzione è dark a causa anche delle tematiche delle canzoni e delle sonorità degli strumenti, sia acustici che elettronici. Io ascolto poi tanti generi diversi, dall’indie pop raffinato al rock degli anni 90 ai Nine Inch Nails, e in qualche modo penso che tutti entrino in gioco nella composizione in modo intuitivo.
Berlino, un lavoro firmato anche da Victor Van Vugt… come e perché sei approdata in queste direzioni?
Il come è che ho ascoltato la discografia di Victor, gli ho scritto e mi ha risposto. Berlino è una città in cui vado ormai quasi ogni anno da dieci anni, ho delle memorie molto forti associate a questa città. Avevo anche scritto già “Spiraling Down” ispirata a Berlino, quindi ho pensato che registrare l’album li’ fosse un modo di attualizzare una memoria. Il perché dell’approdare in questa direzione non lo so e non credo che lo saprò mai! Nella scelta di Berlino come della collaborazione, la mia parte razionale ha avuto ben poca influenza!