– di Assunta Urbano –
All’improvviso e a sorpresa, ritornano i Giardini di Mirò con quello che sembra essere il loro lavoro più ambizioso in assoluto.
La band nasce tra il 1993 e il 1995, tra le mura della facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna, dalle menti di Corrado Nuccini e Giuseppe Camuncoli. Il progetto diventa ufficiale con il primo disco del 2001, Rise and Fall of Academic Drifting.
Seguono al debutto altre pubblicazioni, che permettono agli emiliani di confermarsi come una delle migliori realtà alternative del panorama nostrano. Un mix di post rock, post punk, shoegaze e musica d’autore che mira dritto all’anima degli ascoltatori.
Nel corso degli anni, abbiamo visto i Giardini di Mirò collaborare con tanti nomi noti, italiani e internazionali, tra cui Apparat, e in seguito cambiare formazione. Oggi i membri ufficiali della band sono: Jukka Reverberi, Emanuele Reverberi, Luca Di Mira, Lorenzo Cattalani, Andrea Scarfone e Corrado Nuccini.
A venti anni esatti di distanza dall’esordio, e a tre dal lavoro precedente Different Times, esce nella notte del 24 settembre, per 42 Records, “Del Tutto Illusorio”.
“DEL TUTTO ILLUSORIO”
“Del Tutto Illusorio” nasce come brano, composto nel lockdown della primavera 2020. La band si è approcciata a questo pezzo con ogni componente a distanza l’uno dall’altro. Proprio per questo motivo, la canzone ha preso nel tempo una forma totalmente diversa.
Diciannove minuti, una suite, una traccia unica senza alcun tipo di interruzione o pausa. Un concept album a tutti gli effetti.
I Giardini di Mirò hanno realizzato l’opera in analogico, ma il disco sarà disponibile anche in vinile, in edizione rigorosamente limitata, con sole cinquecento copie stampate. Sul sito di 42 Records si può già preordinare il disco.
Nel frattempo, sarà possibile assistere all’esibizione live del gruppo al Teatro Farnese di Parma, domenica 10 ottobre, in occasione del festival Il Rumore del Lutto.
Qui tutte le informazioni utili.
LA REALTÀ È UN DATO “DEL TUTTO ILLUSORIO”
1973. Enrico Berlinguer propone il Compromesso storico e scrive sulla rivista Rinascita:
«sarebbe del tutto illusorio pensare che, anche se i partiti e le forze di sinistra riuscissero a raggiungere il 51 per cento dei voti e della rappresentanza parlamentare […], questo fatto garantirebbe la sopravvivenza e l’opera di un governo che fosse l’espressione di tale 51 per cento»
I Giardini di Mirò caricano il loro nuovo progetto di attualità, pur non inserendo alcuna parola tra le note. La ripresa del pensiero di Berlinguer di circa cinquanta anni fa oggi suona alquanto enigmatica e si presta a molteplici punti di vista.
La band, però, si concentra in modo particolare sul concetto di “Del tutto illusorio”. La realtà contemporanea in cui ci ritroviamo in questo momento sembra avere queste sembianze. Abbiamo scoperto sulla nostra pelle che basta un battito di ciglia per far crollare sogni e prospettive di vita.
E cosa succede poi?
Ci si ritrova persi, soli, inutili. Si diventa saltimbanchi, in bilico tra quella che è davvero la realtà e ciò che vediamo con i nostri occhi.
La suite, per la sua struttura complessa, si posiziona al di fuori dei canoni standard della forma canzone. I suoni diventano sempre più nitidi, ma ciò che sembra preponderante è un forte senso di sospensione. Una metaforica foto che immortala uno stato d’animo odierno comune a molti.
Ipnotico, esplosivo e allo stesso tempo sfuggente. Questi, tre aggettivi per descrivere il sound dei diciannove minuti di ascolto.
Nella foto di copertina – realizzata da Simone Mizzotti – vediamo l’entrata in un tunnel, ma non sappiamo cosa ci attende davvero dopo averlo attraversato. Ci restano solo tante supposizioni. Che ne sarà del futuro? Cosa è invece il presente?
“Del Tutto Illusorio” dei Giardini di Mirò è un insieme di infiniti punti di domanda, ma una risposta precisa non esiste.