Dal 3 dicembre è disponibile in rotazione radiofonica “La Stagione”, il nuovo brano di Giacomo Luridiana presente su tutte le piattaforme di streaming dal 30 novembre. “La Stagione” è una canzone che parla dell’inevitabile successione dei periodi, così nel mondo esterno come nel nostro universo interiore. Con questo nuovo pezzo, Giacomo Luridiana riflette su come a volte sia impossibile evitare di esperire certe sensazioni, perché emozioni, sentimenti e relazioni hanno una vita e una morte proprio come le persone.
Dice, infatti, l’artista: «In autunno le foglie stanno per morire, e proprio per questo si vogliono prendere la scena con i loro colori accesi un’ultima volta prima di doversene andare».
Gli abbiamo fatto qualche domanda in più.
Quanto tempo dedichi alla musica?
Almeno una o due ore al giorno per chitarra e canto, a seconda delle giornate; avendo un lavoro abbastanza flessibile con un’agenzia ci sono giorni in cui posso fare 5 o 6 ore di musica e giorni in cui invece riesco a ritagliarmi un’oretta al massimo. Poi c’è tutto il resto del lavoro che non saprei quantificare perché è meno regolare, va a periodi. Tra scrivere testi, melodie, giri di accordi e ritmiche, lavorare sugli arrangiamenti, fare beat per altri artisti, mixaggio e master di demo mie o canzoni per altri e guardare video o leggere articoli di teoria musicale o storia della musica, direi che occupa sicuramente la maggior parte del mio tempo.
Per fare musica bisogna essere anche dei buoni ascoltatori?
Sì, ma si può essere buoni ascoltatori in tanti modi. Secondo me la curiosità e la consapevolezza sono i due aspetti più importanti dell’ascolto per un musicista; curiosità di capire nel dettaglio i meccanismi musicali, poetici ed emotivi di quello che si ascolta e consapevolezza di come un certo messaggio musicale ci fa sentire.
Come è stato accolto l’ultimo singolo del 2021, “La Stagione”?
Abbastanza bene mi pare, sto ricevendo varie richieste di interviste e ne sono molto contento, non mi aspettavo che suscitasse tanta curiosità.
Come vivi, da artista, la città di Milano?
È una città piena di ispirazione, ha tante facce belle e brutte allo stesso tempo; poi essendo la città dove sono cresciuto (Sesto, in realtà, ma le considero un tutt’uno) ha un potere evocativo particolare per me, un tipo di ispirazione che viene dal rivedere il te stesso di dieci anni fa in luoghi che non sono cambiati per niente o che sono totalmente diversi rispetto ad allora. In questo periodo e negli ultimi due anni non è stato facile trovare opportunità per suonare live, che per un cantautore è un grosso ostacolo, ma tutto il paese ha dovuto fare sacrifici anche molto più grandi, quindi non mi lamento. Non vedo l’ora di tornare a suonare dal vivo, quello sì.
Prossimi passi? A quando un album?
L’anno prossimo ho un album in uscita con La Stanza Nascosta Records di cui sono molto soddisfatto, dovrebbe uscire prima dell’estate. Ho brani scritti ed arrangiati per un paio di altri album e nei prossimi mesi voglio suonare tutto il mio repertorio nuovo davanti a tante persone su tanti palchi.