FESTA CUORE è il nuovo singolo di GIOACCHINO TURÙ E VANESSA V., in uscita oggi mercoledì 29 gennaio per Music
FESTA CUORE segna l’episodio più catchy del nuovo percorso musicale di GIOACCHINO TURÙ E VANESSA V. Un brano dal cuore pop, ma che vive sulle stesse correnti elettroniche e sperimentali a cui ci ha abituato il sodalizio. Il racconto surreale di Festa Cuore nasce da immagini estemporanee, personaggi di fantasia e continue allegorie, vero metro di misura degli orizzonti del progetto. Frasi come “i denti li hai ma non riesci a mangiare” scavano nelle sensazioni dell’ascoltatore, lasciandoci una traccia del tutto unica nel panorama italiano.
Il duo con FESTA CUORE dimostra che esiste il pop anche nella sperimentazione, che si possono raccontare frammenti di vita all’apparenza scollegati finché non arriva la fine del brano, solo a quel punto ci si rende conto che, in quei due minuti e mezzo circa, ti sono passati davanti tutti i personaggi con le loro esperienze, che poi, forse, sono anche le nostre. E resti con la domanda “ma dove sarà questa Festa del Cuore?”
BIO
Dopo il primo disco “C’è chi è morto sul Tagadà” (2006), Gioacchino Turù e Vanessa V. pubblicano “Il crollo della stufa centrale” (2009). Dal 2009 al 2019 suonano, ballano, filmano, costruiscono, fanno arte.
Nel 2014/2015 viaggiano e suonano tutti insieme a rotazione con il Pacchetto di Plastica (Camillas, PopX, Calcutta). Nel 2017 Gioacchino fonda con Davide Panizza (Pop X) e Niccolò Di Gregorio (Barbara) “Uccelli”. Nel 2018 fonda con Alessandro Fiori “Scudetto” pubblicando un concept album di inediti dal titolo “Vendetta”.
Gioacchino e Vanessa si raccontano così: “suonano, parlano, urlano, gridano, piangono, saltano, girano, ridono, ballano, rotolano, marciano, si muovono, appassiscono, rifioriscono, iniziano, si sporcano, si baciano, mordono, camminano, guardano, sentono, mangiano, ascoltano, provano, non riescono, brucano, salgono, restano, tolgono, assomigliano. Musica elettronica scarna, campionamenti e strumenti a fiato sono gli ingredienti di uno spettacolo al limite della performance e all’inizio di una tribuna elettorale delle emozioni, che cerca insieme agli spettatori un capro espiatorio nascosto da qualche parte nelle righe dei quotidiani, nelle parole delle persone o nei desideri degli animali domestici.”