Dal 19 novembre è disponibile su tutte le piattaforme di streaming “Malegria” (Noize Hills Records), il nuovo album di Ganoona. La “Malegria” è un’allegria sporcata di malinconia, è la risata dopo il pianto: da qui la scelta del titolo del nuovo progetto discografico full lenght di Ganoona, un disco contaminato proprio da questa sensazione di felicità agrodolce, la scintilla da cui hanno preso vita, in misura diversa, tutte le dieci canzoni dell’album.
Ecco cosa ci ha raccontato!
Quali sono le tue bad vibes?
Quelle che mi fanno concentrare su quello che non va e non su quello che posso fare per sistemarlo.
Come stata la tua esperienza con Sanremo Giovani l’anno scorso?
Stimolante. Ho conosciuto artisti davvero di talento e mi sono messo alla prova in una situazione nuova. Fa sempre bene. Poi ci sono andato con una canzone a cui sono davvero legato, “Deserto”, quindi è stato molto bello.
Qual è la distinzione nel 2021 tra rap e pop?
Direi quella che c’è sempre stata. Nel rap c’è un utilizzo più ritmico della voce, e determinate tematiche. Il pop casomai strizza più l’occhio all’indie, da qualche anno. Poi per fortuna i generi si sono sempre mischiati, dai tempi dei tempi.
Quando si capisce con un brano è davvero finito?
Quando ne inizia un altro.
“Malegria” risente dell’influenza del COVID?
Diciamo che il COVID mi ha dato modo di approfondire un’introspezione che però già c’era. “Malegria” parla della mia vita prima del COVID.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Portare il disco in giro per l’Italia.