Torna il progetto di FVLLN (dalle ceneri di Fallen Noise) con un nuovo singolo atipicamente estivo dal titolo “difetto”. Un nuovo e intimo capitolo per il giovane produttore che si muove tra trap ed hyperpop, militando nella scena romana underground.
Una costante fuga da se stessi, un demone che ci lega al passato e alle esperienze; inciampare, cadere, farci forza, per poi rialzarci e ricominciare a correre. Queste sono le parole chiave che vanno a descrivere “difetto”, una canzone che parla di diversità, smarrimento e voglia di riscattarsi in un mondo difficile e imperfetto. Dopo un viaggio avuto in estate, con una persona a cui sono molto legato, ho deciso di rendere vere ed esistenti tutte queste sensazioni, attraverso sonorità trap moderne/sperimentali e un testo inspirato alla figura e alle esperienze avute con questa persona, che, senza volerlo, ha cambiato per sempre il mio modo di vedere il mondo.
Noi lo abbiamo intervistato per voi.
Cosa ti ha spinto a cambiare nome e in che modo “difetto” rappresenta un cambio di percorso per te?
Fallen Noise mi ha rappresentato per anni della mia vita, esprimendo un percorso di crescita personale sia fisica che mentale. Un percorso che ho finalmente deciso di chiudere e “difetto” ne è il manifesto. Il testo e le sonorità mi hanno fatto capire che l’io, fvlln, Tommaso, è evoluto sia nelle sonorità che nella sperimentazione che ormai impiego da anni, come se fosse un nuovo capitolo.
Come descriveresti la scena romana underground, per chi non è abituato a bazzicarci? E Roma, essendo così grande, permette una coesione tra artisti?
La scena underground romana è vastissima, piena di artisti validi e creativi. Nell’ultimo anno mi sono immerso in locali, centri sociali e feste, che mi hanno dato modo di poterne ascoltare a valanga e di dire con certezza che questa scena, anche se confusionaria, rappresenta appieno una mentalità caotica di una città altrettanto caotica, e sono orgoglioso di far parte di uno scenario così confusionario, quanto sommerso di creatività.
E in un brano musicale, quale difetto potrebbe invece dare un valore aggiunto al pezzo?
Il difetto potrebbe essere benissimo anche la sperimentazione di un brano (come un “difetto fisico o mentale” di una persona, cioè fuori dal nostro ordinario e a cui non siamo abituati), che porta all’ascolto di un qualcosa di insolito, inconsueto e a cui non siamo abituati; un qualcosa che nella sua novità si distingua dalla massa e dal semplice e tipico ascolto.
Intravediamo nelle tue foto molti tatuaggi, hai voglia di farcene un tour? Uno che in particolare può legarsi a questo pezzo?
Sì, i miei tatuaggi sono, oltre la musica, la massima rappresentazione di ciò che sento di essere e di ciò che voglio esprimere. Un significato comune di ogni mio tatuaggio è proprio il concetto di “difetto”, mi spiego meglio: secondo la mia visione un qualcosa o, soprattutto una persona prende valore per noi stessi solo nel momento in cui si distingue dalla massa, attraverso i propri difetti, che quest’ultimi la rendono speciale, unica e singolare. Il tatuaggio più rappresentativo di questo concetto è la donna deformata senza testa: l’amore per me non è seguire canoni estetici oggettivi o un qualcuno di personalità passiva e piatta, io amo e amerò sempre le “imperfezioni” (se così vogliamo chiamarle) della persona al mio fianco, come può essere un semplice neo fuori posto, una smagliatura o una personalità impulsiva e fuori dal controllo.
Prossimi step per il tuo progetto musicale?
Nel mio futuro vedo tanta musica e tanta voglia di fare, anche se esprimere me stesso fa paura, per la persona introversa come sono, non mi fermerò e sarò sempre più ambizioso.