– di Assunta Urbano –
Mariana Mona Oliboni, Marzia Stano e Poppy Pellegrini sono in tre e insieme formano le Fucksia. Oggi, 21 ottobre, pubblicano il loro EP d’esordio “Twelve”, per Elastico Records, label presentata in esclusiva al MEI 2021 (di cui vi abbiamo raccontato qui).
Dodici, tre. I numeri si ripetono, si mescolano e si invertono in un vortice ipnotico in cui si resta intrappolati. Se non avete ancora sentito parlare della band, vi posso assicurare che presto non riuscirete a farne a meno.
Allo «zucchero, cannella e ogni cosa bella» si contrappongono attitudine tipicamente punk, psichedelia e suoni da club. «Questi sono gli ingredienti per creare le ragazze perfette», ma in questo caso il professor Utonium ha aggiunto una quantità smisurata di passionalità, grinta e talento. È così che sono nate le Fucksia. Sì, proprio come le Superchicche; anche perché dedicare la propria vita alla musica significa relazionarsi spesso con le “forze del male”.
Cantanti, performer, produttrici. Le tre, transfemministe e orgogliosamente queer, provengono da realtà musicali differenti.
Mariana Mona Oliboni fonde la sua identità brasiliana-milanese con il mondo delle performance live. Poppy Pellegrini getta la sua anima in pasto alle belve dei rave berlinesi. Marzia Stano si perde nella scena indipendente italiana di inizio Duemila. Insieme, però, le tre Supereroine sono pronte a sconvolgervi l’esistenza.
Prima di scoprire il significato simbolico del numero dodici, tuffiamoci nel caos di questo progetto.
FUCKSIA:“TWELVE”
“Twelve” prende vita nell’arco dei dodici mesi di pandemia e ingloba delusioni, fobie e isolamento. Si tratta di un EP cupo, che allo stesso tempo trasmette coraggio. Il dolore inevitabile di un periodo arduo si trasforma in arte, in musica, in energia vitale.
Nei sei pezzi è facile riconoscere l’identità delle tre artiste, perché si tratta di un lavoro completo. Il racconto è sempre in prima persona, sia singolare che plurale. Non c’è un reale interlocutore. È un diario privato, di cui non si necessita più la chiave. Tutte le paure vengono allo scoperto, con l’obiettivo di superarle.
Le sonorità travolgenti, un mix tra techno e trance, si collegano all’immagine principale insita nei sei brani: il corpo. Le autrici rendono la visione de “La vita è una” il loro manifesto, come si percepisce da “Life Is a Gun”.
Poi, c’è “Consense”, il primo singolo tratto da “Twelve”, che si colloca in una posizione particolare. Il disco, nella sua totalità, tenta di portare l’ascoltatore oltre i limiti imposti dalla società e, come già detto in precedenza, cerca di superare lo struggimento dell’anima tramite l’arte. In questo pezzo, invece, il tormento stesso prende una forma diversa. Tramite la metafora del BDSM, secondo le Fucksia, non sempre la sofferenza giunge a noi per nuocere. Tutt’altro.
Soltanto “Tre6”, fra tutti, è scritto in lingua italiana. I suoi giochi di parole ci riportano nuovamente alla simbologia numerica.
Tra testi e beat trascinanti, si cela il presente di tre donne, con le loro incertezze e debolezze, in grado rivendicare la loro essenza. Però, resta ancora un dubbio: perché il numero dodici?
“TWELVE” È DAVVERO IL NUMERO PERFETTO?
All’interno di “Twelve” c’è l’esaltazione di una vita libera, senza alcun tipo di limite. Il lavoro è composto da sei brani e l’ultimo è intitolato “Tre6”, entrambi sottomultipli del titolo. Ma cosa significa questo numero e per quale motivo è il prediletto?
Siamo abituati a pensare che il sette e il tre siano gli unici numeri perfetti, ma dimentichiamo il dodici.
Il numero dodici è simbolo di autoespressione di un’esistenza creativa e individualistica. È dinamismo, manifestazione di tolleranza e abbattimento di limiti imposti. Il numero dodici è sempre stato presente, dalla mitologia antica, alla religione, fino all’oroscopo odierno.
Rappresenta un mantra per le Fucksia, che l’hanno scelto persino come inizio del loro percorso musicale. Celebrare la vita, l’istinto, la sessualità, attraverso questo espediente, ha permesso di rinascere, fino a conoscere se stesse, davvero.
E se il numero dodici è davvero il numero perfetto, “Twelve” non può che segnare l’inizio di una carriera brillante per la band.