Un venerdì ricco di nuove uscite. Tante, forse troppe tutte insieme. però, davvero, non ci si può lamentare.
Tra chicche, piccoli gioiellini, piccole delusioni e un discreto stupore (nel bene o nel male), il 2018 parte subito in quarta. Riassumiamo le cose più salienti così.
Motta – Ed è quasi come essere felice
Un po’ a sorpresa, un po’ no (alla fine doveva uscire qualcosa), il nuovo singolo di Motta allo scoccare della mezzanotte vede la luce su Spotify. “Ed è quasi come essere felice” già dal titolo si ricollega al primo disco solista, suggerendo una possibile parentela stilistica (nonostante dal punto di vista della produzione si sposti in territori ancora più impervi). Brano interessante, ma forse non dirompente come potevamo sperare. Forse sarà una conferma, forse una sorpresa, ma il disco venturo, comunque, si ammanta di curiosità.
Maria Antonietta – Deluderti
Il nuovo singolo è solido, ma sa di già sentito (e riporta alla mente un’altra cantautrice, una di quelle dal “fattore x”). Bene, brava Maria Antonietta, anche se questo tipo di cantautorato, oggi come oggi, esce già come un gusto acquisito da tempo. Il titolo “Deluderti” comunque fuorvia, perché mente all’ascoltatore.
Ghali – Cara Italia
Il ritornello girava da un po’, ma solo oggi è uscito il brano. E volente o nolente, Ghali si conferma come il numero uno, lontano anni luce da tutto quello che prova a proporsi oggi. Se questa è trap e serve a svecchiare la musica, allora ben venga.
Wrongonyou – Prove it
Il singolo anticipa un disco che stiamo aspettando da davvero troppi anni. Wrongonyou di “italiano” non ha nulla, e “Prove it” lo conferma. Il brano è un piccolo gioiellino pop: melodie cristalline e ritornello vincente. Se il disco si mantiene su questi livelli, non vediamo l’ora che esca.
Caparezza – Una chiave
Il nuovo singolo estratto da Prisoner 709 è accompagnato da un bel video, che alterna paesaggi che bastano da sé a raccontare una storia al tocco di malinconia in cui Salvemini incontra il piccolo Capa e gli mostra una via d’uscita. Chi di noi non ha mai pensato di parlare al se stesso bimbo?
Armaud – La strada
Accompagnato da un bel video in un unico pianosequenza (opera di Silvia Di Gregorio), il singolo di Armaud sembra funzionare e convincere anche dopo ascolti ripetuti. Il che ci fa ben sperare per questa autrice: segnatevi il nome, poi non dite che non vi avevamo avvisato.
The Zen Circus – Catene
Anche se fuori tempo massimo (non oggi, ma ieri l’uscita), il nuovo singolo+video degli Zen Circus è un altro capitolo nella infinita saga personale di Appino. Ora, il dilemma: è una dimostrazione di coerenza stilistica o sempre lo stesso brano riscritto ancora e ancora? Lo scopriremo solo vivendo, per ora si sospende il giudizio.
Pop X – Musica per noi
Ennesimo delirio del collettivo (o quel che è) orbitante intorno a Panizza. Nelle sue parole: “questo disco a volte mi piace a volte mi fa schifo, a volte sono fiero di averlo fatto a volte mi vergogno e mi chiedo che senso abbia generare e divulgare materiale di questo tipo”. Non aggiungiamo altro.