Bella questa linea di MC dedicata al jazz ideata dalla Lobello Records di Tobia Lamare. Ed è da qui che partiamo con la prima release a firma del quintetto dei Flaming Fingers: eponimo disco d’esordio a chiusa di numerose esperienze live che hanno consolidato non solo il suono ma anche le intenzioni della forma. Eh si perché dentro questo primo lavoro, la forma stessa è frutto di contaminazione che va dall’elettronica al resto del mondo.
Amalgama credo sia una parola importante per il risultato di questo disco. Generi differenti però dentro un impasto unitario, coerente… che ne dite?
Siamo contenti che si percepisca questo senso di coerenza. Ci piace l’idea di spaziare tra più generi perché quotidianamente ascoltiamo di tutto, ma abbiamo cercato fin da subito di avere un nostro sound quando ci approcciamo alle nostre composizioni che, chiaramente, prendono spunto dai grandi interpreti e compositori. Questa ricerca del sound è avvenuta in maniera del tutto spontanea e probabilmente il trucco è che ogni componente del progetto ha la piena libertà di mettere il suo background sonoro in ogni brano, dandogli una personalità che va oltre al genere in sé e creando quindi quella amalgama generale di cui si parla. Ovviamente non abbiamo certo la pretesa di rivoluzionare la musica codificando un nuovo genere, ma sicuramente cerchiamo di farla alla nostra maniera il più possibile.
Mi hanno sempre affascinato i titoli dentro i dischi di jazz. Come nascono per i Flaming Fingers? L’ispirazione da cosa e per cosa? Come a dire: nasce prima il brano e poi il titolo o prima l’argomento e poi il brano?
È una bella domanda. Trattandosi di brani strumentali è l’impressione che conta più di tutto. Questo significa che il titolo può essere ispiratore o ispirato dalla composizione. Oppure può succedere che nessuna delle due condizioni precedenti sussistano e che il titolo sia generico, neutrale. E questo può anche essere un vantaggio: in questo modo chi ascolta ha più possibilità di creare il suo mondo mentre il brano scorre perché il messaggio, non essendo veicolato dalla parola, è libero ad interpretazioni soggettive.
Improvvisazione: quanto spazio ha preso e quanto spazio le è stato tolto?
Tutti gli elementi caratterizzanti del jazz hanno nel nostro quintetto un giusto equilibrio, in quanto tutti insieme concorrono a formare un risultato che non rimane un punto di arrivo ma soltanto una piccola sosta di un lungo percorso, quindi ogni cosa viene sempre messa in discussione, è l’essere stesso del jazz e tutti i grandi ragionano in questo modo. Quindi l’improvvisazione è elemento fondamentale, in quanto legata indissolubilmente alla sua altra faccia ovvero la composizione: magari alcune volte cerchiamo di essere più sintetici e quindi avremo dei brani in cui i soli sono pochi oppure più corti; altre volte cerchiamo di far andare il brano in altre direzioni e qui l’improvvisazione estemporanea assume un ruolo più forte. Sicuramente in ogni composizione originale o arrangiamento di brani noti l’improvvisazione ha sempre un ruolo importante perché permette di dire sempre qualcosa di nuovo ogni volta.
Elettronica? la sento di contorno come nel brano “Est”… che rapporto avete?
L’uso dell’elettronica e lo spaziare in generi diversi ci permette di non precluderci nessuna strada a livello creativo. Nel brano “Est”, in particolare, i suoni elettronici descrivono il paesaggio sonoro in maniera rarefatta e si pongono in contrasto con la matrice organica che si fa via via più intensa durante l’evoluzione della composizione.
Non escludiamo assolutamente che il brano possa rappresentare un punto di partenza per nuove sonorità e nuove sperimentazioni, ma ovviamente sarà il processo creativo a dettare l’ultima parola in merito.
Un debutto che segna un inizio o il completamento o consolidamento di un viaggio assieme?
Fare un disco è sempre un obiettivo importante, costituisce la volontà di raggiungere un orizzonte, ma una volta avvicinati a quella linea, al quel punto, ci si accorge che c’è sempre qualcos’altro più in là: il nostro primo disco rappresenta un insieme di emozioni e di idee di un periodo, sicuramente è un importantissimo punto di partenza per andare oltre.