– di Giacomo Daneluzzo –
Definire Filippo Dr. Panico non è un’impresa facile. Certo, possiamo definirlo un cantautore, visto che ha pubblicato il suo quarto album, “Farsi volere bene”, a un anno di distanza dal precedente “Rovinare tutto”, ma la definizione non è esaustiva. Anche se negli ultimi tempi si abusa di questa parola, usata a mo’ di complimento generico per chiunque scriva qualsiasi cosa, possiamo a buon diritto dire che è un poeta: Filippo De Lisa (questo il suo vero nome) infatti scrive poesie, le pubblica in raccolte ed è conosciuto e apprezzato, prima ancora che come cantautore, proprio come poeta.
L’album, autodistribuito e prodotto da Luca Fresca e Federico Corradini della Frivola Records alla stregua di un pop sognante, a tratti minimale, che non disdegna contaminazioni da vari generi (dalla classica al folk), è uno spaccato della poetica di Dr. Panico: nelle otto canzoni scritte da Filippo (oltre a “Simone”, scritta dal suo cane, stando a sentire l’interprete) si ha l’impressione di star chiacchierando con l’autore dei più disparati argomenti: il disco si apre con la title track in collaborazione con Barberini (con cui Dr. Panico l’anno scorso aveva già realizzato la traccia “L’ultima notte”, contenuta nell’album d’esordio della cantautrice), presente anche in “Rosa”, per poi passare dai cambiamenti nello stile di vita che arrivano con gli anni, raggiungendo una certa maturità, tra il piano e il synth di “Esco meno la sera”, ai ricordi della prima adolescenza e della scoperta di nuovi lati di sé nel monologo “Vita”, fino ad arrivare all’omaggio di un amico pieno di risorse in “Lello aggiusta tutto”, con cui si chiude il disco in un’atmosfera più acustica e cullante.
In definitiva di Filippo Dr. Panico possiamo dire che è una mente creativa. Ha capito l’importanza di distinguersi, di essere il più originali possibile, rendersi riconoscibili; per questo ascoltandolo si ha l’impressione che non s’ispiri a nessuno.
Oltre che le sue canzoni, anche le insolite modalità di distribuzione del suo lavoro sembrano coerenti con quest’idea; per questo se vogliamo acquistare il suo nuovo album dobbiamo scrivergli su Facebook o Instagram e aspettare che ci arrivi per posta in un pacchetto che comprende anche il libro di poesie “Alzi la mano chi mi vuole bene”, tre poster e un adesivo, in una modalità decisamente insolita ma che contribuisce a creare una certa vicinanza con il pubblico, così come il tour dei soggiorni che Dr. Panico riprenderà presto, facendosi ospitare da chiunque gli dia la propria disponibilità, offrendo in cambio la sua musica e le sue doti culinarie.
L’album è un prodotto realizzato per essere qualcosa di unico nella scena musicale italiana e la musica è più che altro un’apprezzabile cornice dell’universo di Dr. Panico, il cui centro sono le parole e l’immaginario che da esse scaturisce. Un immaginario accogliente, quasi famigliare, in cui l’ascoltatore può immergersi e sentirsi a casa; se questo accade, si può dire che l’autore sia riuscito a “farsi volere bene”, a farsi guardare come un buon amico con cui il pubblico può confrontarsi in una dimensione vicina e alla pari.