“Sguardi” è il nuovo singolo di Filippo Cattaneo Ponzoni che segue il precedente “Felpa”. Un nuovo capitolo che segna in modo atipico e malinconico l’inizio dell’estate. Il cantautore e chitarrista di Bergamo, dopo un EP di debutto e un’esperienza nazionale come chitarrista di Ghemon (con cui collabora tutt’ora), ci racconta il momento più critico della fine di una relazione, quello in cui entrambe le parti si rendono conto che è finita. Una canzone triste, da ballare!
Lo abbiamo intervistato e sì, gli abbiamo chiesto anche di Ghemon.
In che modo il tuo progetto musicale solista ha anche a che fare con il tuo ruolo con Ghemon?
È un’esperienza che sicuramente ha influito a dar vita anche a un percorso da solista. Ammiro il suo approccio e la sua dedizione alla musica. È un artista che stimo e da cui sto imparando tantissime cose. Da quando suono con lui sono cresciuto sia come musicista che come persona ed è maturata in me l’esigenza di iniziare a scrivere canzoni e di comunicare le mie emozioni non più solo attraverso la musica ma anche con le parole.
Senti mai il peso del confronto quando pubblichi qualcosa di nuovo? C’è qualcuno che invidi?
Sinceramente no, l’unico confronto è con me stesso. Ascolto tanta musica senza nessun tipo di barriere e stimo molti artisti del panorama musicale del momento, le invidie non fanno per me.
Come sarà la tua estate? E in che modo “Sguardi” la racconta?
La mia estate la passerò in studio a chiudere il mio disco e nel frattempo farò qualche concerto, non vedo l’ora! “Sguardi” è un “pezzo estivo” a livello di vibes ma tematicamente la storia è in contrapposizione con il mood della canzone: da ballare, con un filo di malinconia.
“Sguardi” e il tuo precedente singolo “Felpa” raccontano di una relazione che non si realizza mai. Raccontano della stessa persona?
In realtà no, “Sguardi” rappresenta il punto di rottura di una relazione entrata in crisi. Il rapporto ormai è compromesso e non si può più fingere che le cose vadano bene: significherebbe mentire a se stessi e al proprio partner. “Felpa” invece racconta la rottura di un’amicizia che sarebbe potuta sfociare in qualcosa di più serio. Da entrambe le parti manca il coraggio nel farsi avanti per paura di rovinare tutto. In questo limbo il mancato tempismo nell’esprimere i veri sentimenti pian piano logora il rapporto tra i due che ora si comportano come estranei.
Ti ritroveremo a settembre?
Sì, ma non per gli esami di riparazione.