Saranno i primi giorni d’estate, sarà che anche io subisco il fascino di un certo tipo di sonorità leggera affiancata al cliché del cocktail sulla spiaggia, ma i “Figè de Mar” mi hanno fatto riscoprire il lato spensierato di questa neonata stagione. Immediati, semplici, senza fronzoli e, francamente, credo senza neanche troppe pretese; forse non hanno spalancato una finestra sul panorama della novità musicale, però sono godibili, poco ma sicuro.
Fin dall’inizio dell’EP dal titolo “Come un navigante”, qualcosa suona familiare, vicino, per non dire già sentito, e intorno alla terza traccia riconosco uno stile inconfondibile: quello degli 883. Sembra un’eresia, una parolaccia, eppure lo spirito dei “Figè dei Mar” è proprio quello; d’altra parte il connubio Max Pezzali/estate per una quindicina d’anni è stato inscindibile, questi ragazzi liguri lo sanno bene e hanno saputo fondere a quel suono così “di casa” uno spessore musicale migliore del duo di Padova che aveva infiammato gli anni ’90. Si intravede qualcosa dei ritmi sullo stile Modena City Ramblers e qualche acuto poetico da Nomadi wannabe, in sostanza il giusto mix fra disimpegno musicale e testi che bene o male scorrono senza intoppi. Al momento strappano la sufficienza, anche se per un giudizio completo bisognerà aspettare di vedere come svernerà questo EP e i suoi autori, che fin ora hanno avuto il merito di dimosrare che per certi versi la Liguria è probabilmente più appetibile di “Riccione”.
Edoardo Biocco