– di Yna –
Una congiunzione astrale, un filo tirato a lucido che lega con maestria le componenti del puzzle “Fedez”, ci ha condotti a una data: 2 novembre, festa della commemorazione dei defunti. In questo giorno esce il suo tanto atteso nuovo singolo “MORIRE MORIRE”. Coincidenze? Noi crediamo di no: niente può essere lasciato al caso, soprattutto dopo aver raggiunto l’apice del successo con un paio di «labbra rosso Coca Cola» e un trio (quello con la Berti e Lauro) da Le mille e una notte.
Il singolo di Mr. Fedez anticipa l’uscita del suo nuovo album “Disumano” atteso per il 26 novembre ed è, nella sua rotondità e immediatezza, un brano che spacca. L’ambientazione è definita, arriva a gamba tesa nella mente di chi ascolta, e si comprende anche senza vedere il video, che ha fatto tanto parlare: sirene della polizia, distorsioni, l’urban freddo e umido della notte, atteggiamento spocchioso da trapper che si concretizza nel cantato senza respiro e sfrangiato, teso a filo, voce di un testo che sugella la forza prorompente delle immagini suggerite dall’arrangiamento.
L’uscita di questo singolo è avvenuta insieme al video dello stesso che ha fatto abbastanza scalpore, insomma tutto secondo i piani. Il video si compone di immagini che non lasciano ombra di dubbio sugli intenti del regista e dell’autore del pezzo: ha al centro un Fedez bullizzato, malmenato, urinato addosso da un sindaco e accoltellato da un sacerdote nel mezzo di una chiesa stilizzata, che poi viene portato via imbrigliato in una camicia di forza. Le scene sono state chiaramente costruite per suscitare un certo tipo di entusiasmi, e forse l’intento era quello di esorcizzare l’odio di cui personaggi come Fedez si circondano, che naturalmente creano; per non soccombere, le dicerie si trasformano qui in punti di forza, e fanno apparire l’accusato come vittima sacrificata alla società, alla musica, al lavoro, al business, al servizio del mondo intero. Fra le righe si scorge una dinamica studiata a tavolino per far cambiare idea su di sé, rovistare tra le immagini che la società ha dei personaggi in vista e scegliere quella che più ci piace, veicolando e manipolando di fatto l’opinione. Quante volte non riusciamo a dire se un personaggio ci piace o meno? Quante volte riusciamo a cambiare opinione su di lui? Per quanto ci sembra di avere dei gusti consolidati e soggettivi, molto spesso – se non tutte le volte – la nostra opinione deriva da ciò che gli altri vogliono che noi pensiamo, inducendoci di fatto a farci una certa opinione piuttosto che un’altra.
Considerando che Mr Ferragni ha una mentalità marketing molto spinta e che lui sia riuscito anche questa volta a rispettare i suoi intenti, credo che noi umili ascoltatori ci dobbiamo comunque un attimo riprendere fiato dal passaggio “quando sei arrivato ti stavo aspettando” e “morire morire morire per te”. Forse che l’escursione termica unita al ben più eccezionale cambiamento climatico sia stata particolarmente traumatica? Cosa è successo realmente nella vita di Fedez adesso per poter arrivare a “MORIRE MORIRE”? Ci è sfuggito qualcosa? Non c’è da meravigliarsi, semplicemente è che a Fedez che non può sfuggire niente, ed è uno di quei personaggi che ama stupire per stare sempre nel suo. Nonostante lui sia un personaggio molto più che sfuggente, che a volte risulta inconsistente per come si pone nella realtà dei fatti quando si esibisce (ricordiamo il suo atteggiamento sul palco del Festival di Sanremo) non è concepibile che lui non possa inserirsi nelle piaghe del pensiero, fare dei brani che non abbiano una valenza estetica importante, una risonanza anche sociale per espandere il suo ego e la sua identità. È un personaggio che con i suoi tentacoli si allarga dappertutto senza avere paura di farlo. Correndo da una base all’altra, da un prodotto comunicativo a un altro e da un ruolo a un altro, ci spiazza ogni volta, si reinventa e in questo senso fa parlare di sé. Si può amarlo, si può odiarlo, ma si possono fare anche entrambe le cose insieme.
Per quanto il suo percorso artistico sia più una reticolato di segmenti che una linea univoca e per quanto nel panorama del rap/trap italiano troviamo dei personaggi molto più pregnanti, “MORIRE MORIRE” risulta comunque un prodotto completo, riuscito e credibile. È un altro frammento che va a comporre lo specchio di cui Fedez è immagine, riflesso di un personaggio che muore ciclicamente dalla voglia di far parlare di sé.