Un nuovo inizio, sempre foriero di rinascita e rivoluzione. Per quanto la forma qui punta dritto verso l’allegoria visionaria del suono portatore sano di deriva e libera espressione. Sono Caterina Bianco, Michele De Finis e Jonathan Maurano, sono i FANALI che approdano ad un nuovo disco dal titolo “Shidoro Modoro” in uscita nei prossimi mesi per Soundinside Records. Ora due brani, un 45 giri digitale, come va di moda dire oggi: da una parte “An(a)che” – rivisitazione del brano già edito “Anche” a cura del compositore e produttore Salvio Vassallo, e il remix del brano “Era” a cura di Marco Messina dei 99 Posse. Bellissimo il video surrealista, psichedelico e a tratti distopico a firma di Sabrina Cirillo.
La tracklist di questo “45 giri digitale” contiene le rielaborazioni dei vostri brani “ANCHE” ed “ERA”. Inevitabile chiedervi: perché proprio questi due brani?
“AN (A)CHE”, il rework di “ANCHE” ad opera di Salvio Vassallo (Il tesoro di San Gennaro, Spaccanapoli) era già venuta fuori durante le session per il disco che uscirà a Ottobre su Soundinside Records, che Salvio ha coprodotto e missato con noi. Quando ci è venuta l’idea del “45 giri digitale” il primo nome che ci è venuto in mente per un papabile remixer è stato quello di Marco Messina (99 Posse, ELEM). Con Marco c’è un rapporto di amicizia e stima reciproca ma non c’era ancora stata occasione per lavorare assieme. Inoltre la sua etichetta si chiama proprio “ERA”, una coincidenza difficile da ignorare.
Quanto avete lasciato spazio all’improvvisazione? E quanto invece alla composizione più “matematica”?
In fase di pre-produzione di solito la prima cosa che facciamo è proprio improvvisare. Poi viene la fase di composizione “a bocce ferme”. Anche nel caso di questo “45 giri digitale” le due anime coesistono: “AN (A)CHE” è quasi una sessione di impro di Salvio sulle tracce del nostro brano, Il remix di “ERA” un lavoro pensato da Marco nel suo studio in giorni di lavoro.
Qual è Il punto di arrivo? Secondo voi questo 45 giri digitale che forma e che significato ha raggiunto?
Crediamo nell’overproducing. Siamo sempre a lavoro su cose nuove e tutte le volte che qualcosa ci sembra buona musica cerchiamo di farlo ascoltare. Per definizione quindi non ci sarà mai un “punto di arrivo”.
In che modo in questo lavoro l’analogico ha incontrato il digitale? (se lo ha fatto)…
Utilizziamo spesso strumenti analogici ma non disdegniamo quelli più convenzionali, di sicuro mixiamo in digitale. Tranne che per i brani del disco – quindi compreso “AN (A)CHE” che sono stati mixati con quella che non esito a definire “una performance dal vivo in analogico” su uno strepitoso banco NEVE.
– Avete pensato ad una stampa fisica del tutto? Un 45 giri analogico in vinile sarebbe una gustosa contraddizione…
In realtà tutto quel che riguarda la stampa di supporti fisici è un work in progress continuo per noi. Ad esempio il disco doveva uscire qualche tempo fa ma la pandemia e i ritardi ad essa connessa hanno letteralmente stravolto tutti i nostri programmi; abbiamo scritto e registrato “un disco prima del disco” con le musiche della nostra sonorizzazione dal vivo de “l’uomo con la macchina da presa” di Dziga Vertov (1929) che porteremo in giro fino a Settembre.