• di Riccardo De Stefano
Il lungo percorso degli Ex-Otago li ha visti quest’anno raggiungere lo storico palco di Sanremo, detto il Sanremo Indie non a caso. Finiti al tredicesimo, dignitosissimo posto, eccoli con l’album di inediti, con mossa tanto giusta quanto prevedibile. Che poi è il mio giudizio su Corochinato: un album giusto e prevedibile. “Giusto” perché sulla scia di una produzione retropop accomodante del grande pubblico e “prevedibile” perché le sorprese, così come le buone canzoni, sono realmente poche. Che gli Ex-Otago siano una “seconda scelta” dell’indie è chiaro. D’altronde Corochinato sembra un Love senza Tommaso Paradiso, e spiace dirlo ma Maurizio Carucci non ha né il fascino né le capacità di raccontare il presente di Tommy (e di un Jovanotti prendono solo la zeppola). Corochinato è un disco piatto, senza mordente, pigro e dimenticabile, dove il brano migliore è proprio Solo una canzone, brano innegabilmente “buono”, ma capace giusto di piazzarsi a un tredicesimo posto a Sanremo, facendoci riflettere se le tante promesse dell’indie forse non abbiano in realtà già dato il meglio di sé.