– di Giuseppe L’Erario –
Armonie e ritmiche sottese in sonorità congruenti e spesso riconducibili al britpop e al punk revival degli anni Novanta sono lo scheletro di “Everyday Struggle”, secondo album in studio dei Samsa Dilemma, una band dalla creatività piuttosto versatile. Il disco regala molti stimoli sonori, i quali confluiscono in un unico canale che dà spazio alla fantasia, alla speranza ma anche alla riflessione.
Durante l’ascolto di brani ibridi, che spaziano dall’inglese all’italiano, si entra inconsapevolmente in un vortice di sensazioni tutte diverse tra loro: dalla calma delle classiche ballad, alla ribellione del punk, passando dall’indie più ricercato al pop mainstream; un concentrato di creatività che piace e fa entusiasmare grazie alla sua natura caleidoscopica e mutevole. Non mancano, oltretutto, accenni al funk-rock in cui si cita il fallimento della generazione punk degli anni Settanta impersonificato in John Lydon meglio conosciuto con lo pseudonimo di Johnny Rotten, una caduta di valori a cui si sovrappone un nuovo modo di concepire la musica e le tematiche anticonformiste ad essa collegate.
Per la genesi di questo disco alla band di ispirazione kafkiana (per chi non lo sapesse Gregor Samsa è il protagonista de “La metamorfosi” capolavoro del noto scrittore boemo) si sono aggiunti il batterista Fabrizio Keller e il bassista Fausto Postinghel, i quali hanno dato vita a nuovo stimolo ritmico e insieme al resto del gruppo hanno posto al centro della loro estrosità un racconto pluritematico e senza fronzoli con estreme riflessioni sull’esistenzialismo, dove c’è spazio anche per i ricordi dei progetti musicali precedenti come quello di Riccardo Pro con i Mahatma Transistor.
Nonostante le critiche dirette, a prevalere nella combinazione di generi scelta dalla band trentina è sicuramente l’ascendente punk che notoriamente ha un occhio di riguardo per le tematiche nichiliste. “Everyday Struggle” è un album ricco di dediche e riferimenti espliciti a valori come l’amicizia, l’amore, e la rabbia, contenute nella scatola oraziana del carpe diem dove l’uomo può intervenire solo sul suo presente e le sue azioni dipendono direttamente dalle opportunità che la vita gli concede senza alcun condizionamento derivante da false speranze. Senza dubbio i Samsa Dilemma mostrano una buona padronanza della dicotomia tra sentimenti negativi e positivi, una dote che fa onore a una band alla sua seconda fatica discografica e che fa ben sperare nella genesi di una nuova esperienza fondata sullo stretto rapporto tra l’uomo e la sua esistenza.