Come dire che un esordio parte già a metà della corsa e la strada che dall’Italia del pop leggero, arriva all’America delle grandi scene alla Lady Gaga, non è poi così corta e impossibile. Lei si fa chiamare Eujenia e il suo esordio eponimo la dice lunga sulla qualità di produzione, sull’audacia di vestire un simile genere glitterato mescolando assieme il pop italiano main stream alle confidenze di una donna. Dunque testi neanche troppo leggeri e scanzonati come si richiede ad un disco che, tra digitale R’n’B e quel piglio Hip-Hop di grandi scuole, porta a casa un risultato coreografico e discografico per niente banale e per niente amatoriale, come ci si aspetterebbe da un esordio. Che poi Eugenia Goria, questo il suo vero nome, in scena come coreografa ci sa stare e non poco.
Bellezza e arte. Chi contamina chi?
Questa è una domanda a cui è quasi impossibile rispondere perché penso si alimentino a vicenda. Non c’è arte senza bellezza, non c’è bellezza senza arte a mio avviso. Per me però la bellezza non è intesa come quella puramente estetica ma, in una visione più ampia, semplicemente quello che può piacere soggettivamene ad ognuno di noi.
Ballerina, coreografa e dunque oggi anche cantante. Il tuo vero habitat?
Tutte e 3 le cose insieme, non possono essere in alcun modo divise per me. Riesco ad esprimere me stessa al 100% con la voce, il movimento e da qualche anno anche con la scrittura. Ho sempre avuto la passione per tutte queste discipline, molti mi avevano consigliato di concentrarmi solo su una strada, ma per me è stato impossibile rinunciare a qualcosa e devo dire oggi per fortuna, perché proprio questa mia completezza adesso mi contraddistingue dagli altri emergenti italiani.
Un esordio che porta il tuo stesso nome. Mi sono sempre chiesto perché si sceglie un titolo simile per un’opera… rappresentazione, identificazione, un manifesto di se… cosa?
È stata una scelta molto semplice e naturale. Non volevo presentare al pubblico un brano in particolare del disco, ma il progetto nella sua interezza.
L’album è composto da 11 tracce, sono tutte diverse tra di loro. Io non ho genere preciso in cui mi identifico, l’unico denominatore comune è la scelta dei suoni molto elettronici, un sound pop tendente verso l’rnb e l’hiphop, con alcune sfumature reggaeton e trap. Anche la mia attitudine in generale, soprattutto nei concerti live e nei videoclip che amalgama il tutto.
Quanta America di grandi produzioni avete inseguito per questo progetto? Di sicuro il tuo profilo si accosta con energia a grandi nomi del panorama internazionale… non trovi?
Assolutamente si! I miei riferimenti sono sempre stati tutti i performer americani come Beyoncé, Rihanna, Jennifer Lopez, Timberlake, Michael Jackson e tanti altri. Non ho mai cercato però di copiarli, ho sempre cercato il mio modo personale di esprimermi, però non posso negare che quello è il genere in cui mi sento assolutamente a mio agio e meglio rappresentata.
Eppure, tanto per continuare il discorso, sei in Italia…
Si, sono in Italia o meglio sono rimasta in Italia perché questa per me è una missione da un po’ di tempo.
Voglio realizzare il mio progetto qui, non voglio dover andare all’estero anche perché non ce n’è alcun motivo. Diciamo che ora il mercato discografico italiano si sta comunque aprendo, quindi ora è il momento forse ottimale per un progetto come il mio.
“Ora” come a dire Carpe Diem? È così che vive Eugenia Goria?
“Ora” è il mio personale mantra per i momenti difficili, è sempre “Ora” di impegnarsi, lottare e inseguire i propri sogni.
Ho scritto questo brano agli inizi in cui ovviamente come tutti non sapevo bene da che parte andare, ma non ho mollato e mi sono auto-spronata a continuare a perseguire il mio obiettivo che finalmente oggi si è concretizzato con l’uscita del mio primo album e con un contratto con la Rusty Records.