– di Martina Rossato –
Secondo la definizione data dalla Treccani, “Euforia” sarebbe lo «stato di benessere, senso di soddisfazione che si esprime con allegria, vivacità esuberante». “EUFORIA” non a caso è anche il nome di un energico trio nato nella campagna veneta e che ha da poco pubblicato il primo EP.
“COLORE SENTIMENTO” è il titolo di questo lavoro, un susseguirsi di sei diapositive che si muovono attorno all’elettronica, attingendo a campioni jungle anni ’90 e a composizioni ritmiche tipiche della drum and bass.
L’EP è uscito il 30 giugno per Oltre Dischi in distribuzione Stage One e qualche giorno fa ho chiacchierato con Paolo De Zotti, Emanuele Maschietto e Leonardo William De Paolis per farmi raccontare che cosa è successo quest’estate e qualcosa in più sul loro progetto!
Siete molto giovani ma già prima dell’EP avevate delle pubblicazioni alle spalle. Qual è il percorso che vi ha portati a “COLORE SENTIMENTO”?
Emanuele | Facciamo musica da ben prima di iniziare a pubblicare, si parla dei tempi delle superiori, nel 2017. Non c’era neanche l’idea di mettere su un gruppo, che è stato in primis un modo per trovarci e passare il tempo. Andando avanti, ci piaceva molto la piega che stavano prendendo le cose. C’è stato il lockdown di mezzo che ci ha fatto passare molto più tempo fra di noi, in mancanza delle solite attività da fare.
Arrivati alla fine del 2020, abbiamo deciso di iniziare davvero questo percorso. Prima dell’EP le uscite, tra SoundCloud e le prime di Spotify, erano tutte un tentativo per capire la direzione che volevamo prendere. Sono anche tracce diverse tra loro, perché stavamo cercando di dare un indirizzo al suono.
La vostra musica è molto varia.
Leonardo | Sì, è vero. C’è molta elettronica nelle nostre basi ma di per sé questo EP è un miscuglio di cose; ci siamo ispirati alla musica elettronica, alla drum and bass, alla jungle. Non avevamo un’idea chiara su che genere andare a puntare. Ci siamo fatti trasportare dai nostri ascolti di quel momento con qualche nota jazz mia su qualche accordo strano particolare. È nato tutto così a sentimento, ed è proprio il titolo dell’album.
Paolo | Se apri i nostri Spotify trovi cose completamente diverse! C’è veramente di tutto.
Emanuele | Fa tanto secondo me che molte tracce sono state riprodotte. È stato rubato il portatile su cui avevamo tutto e riproducendo le tracce dalle voci riesci a ottenere qualcosa di più legato.
E con chi altri collaborate?
Paolo | Lavoriamo tanto con Tanarouge, che abbiamo conosciuto un anno e mezzo fa. Ci ha seguito nelle produzioni, ci dà una linea quando abbiamo bisogno ed è diventato il nostro batterista per i live. È un occhio esterno che ogni tanto serve.
Tornando a voi, quindi è nel periodo del Covid che siete riusciti a provare e a dare un senso ai vostri tentativi musicali?
Paolo | Di persona è stato più difficile all’inizio, Leo mandava le basi e facevamo freestyle. Ogni giorno ci sentivamo per aggiornarci su quello che stavamo facendo. Era comunque un espediente per non annoiarci.
Leonardo | Il lockdown è stato fondamentale per noi. Io andavo ancora a scuola e frequentavo le videolezioni, molte volte annoiandomi. Tenevo sempre aperto Logic, programma per fare musica, e mi mettevo a produrre nei tempi morti o durante le spiegazioni. La scuola l’ho passata, eh [ride, nda], specifichiamo. Se non fosse stato per quello però non mi sarei messo così tanto a produrre.
Emanuele | Da lì al dare un senso a quello che facevamo ne è passato di tempo, però. Avevamo tantissime idee ma era difficile riuscire a finirle.
Avete trovato una quadra, come funziona adesso il lavoro tra voi?
Paolo | Di base partiamo da un’idea embrionale che nasce da uno di noi, da quell’idea si va avanti finché non troviamo qualcosa che unisca tutti e tre.
Emanuele | Sì diciamo che le idee partono sempre singole perché è ancora difficile trovarci tutti i giorni e abbiamo ancora molti momenti che passiamo da soli. È diverso quando siamo tutti insieme in studio.
Dall’uscita dell’EP ad oggi sono passati un po’ di mesi. Cosa è successo nel frattempo?
Emanuele | Abbiamo fatto un sacco di live! Siamo andati in giro, abbiamo cercato di capire in che direzione andare, sia a livello di prossime release sia cercando di capire come portare uno spettacolo. Abbiamo fatto un sacco di prove per i live, io mi sono molto divertito perché non avendolo mai fatto non pensavo sarebbe stato così bello.
Paolo | Anche rimanendo fermi abbiamo trovato un modo per crescere.
Leonardo | Poi avevamo bisogno dopo mesi e mesi che eravamo “fermi” in studio di portare sul palco la nostra musica e fare altro.
Paolo | Sì, perché è sempre la nostra musica ma fatta in maniera diversa. Abbiamo trovato dei turnisti che credono nel nostro progetto.
Emanuele | L’impatto dei musicisti è stato uno degli elementi di novità che ha alzato l’asticella. Avevamo un’idea da proporre ai musicisti e loro la sviluppavano meglio di come la avessimo pensata.
C’è qualcosa nell’EP o di quello che è successo nei live di cui andate particolarmente fieri?
Paolo | Mi piace pensare che quello che scriviamo, anche se magari coperto da casse dritte e suoni elettronici, in qualche modo arrivi, che la nostra scrittura entri nelle persone. Anche l’ultimo concerto che abbiamo fatto, ho visto un paio di persone con gli occhi lucidi quando abbiamo finito. Secondo me qualcosa vuol dire. C’è sempre il problema del non riuscire a fare breccia. Secondo me il fattore umano è quello su cui puntare di più adesso.
I vostri pezzi sono molto personali! Non sentite un po’ il peso di una responsabilità parlando di sentimenti vissuti anche da altri?
Paolo | No, secondo me ognuno ci vede quello che vuole. Ognuno sente quello che vuole sentirsi dire, c’è chi li vive con più leggerezza e chi meno.
Emanuele | Io credo che quella sia la cosa che mi viene più naturale, forse ci sono talmente abituato che non solo non sento nessun peso, ma mi piace. Sono tracce party con dentro cose molto personali. Mi piace questo contrasto.
La copertina è stata realizzata da Ado Furlanetto. Come lo avete incontrato?
Paolo | Ado è il nonno di un mio compagno di facoltà che è un po’ nostro fan. Quando mi ha proposto di far fare la copertina a suo nonno non ero convinto, poi ho visto i suoi quadri! Gli abbiamo fatto sentire l’EP, gli abbiamo mandato i testi e poi lo abbiamo incontrato. Alla fine, è uscito qualcosa di interessante, con un processo di creazione molto divertente.
Leonardo | Volevamo racchiudere l’idea di “COLORE SENTIMENTO”: volevamo racchiudere il sentimento tramite i colori. L’EP è stato diviso in tre uscite, ognuna delle quali aveva un mood diverso. L’idea di avere un quadro con più colori era perfetta.
Emanuele | In mezzo ci sono i pezzettini stampati dei nostri testi.
Paolo | Poi Ado nel suo atelier deve essere isolato, si mette lì e fa, quindi lo abbiamo incontrato solo dopo che l’opera era finita!
Emanuele | È stato pazzesco, un signore di settantotto anni che sente un EP fuori dal suo tempo e si gasa così tanto! Io ci sono rimasto, non me lo aspettavo.
Quindi c’è questo signore di settantotto anni che adesso viene ai vostri concerti [ride, nda].
Paolo | Concerti ancora no, ma ci ha detto che ci verrà!