– di Giacomo Daneluzzo –
“Siano benedette tutte le emozioni, siano esse tetre o luminose.” (Nathaniel Hawthorne)
A poco più di due anni dal precedente lavoro Per chi viaggia leggero, il “cantautore senza etichetta” Enzo Beccia, da Milano, torna con un nuovo disco, dal titolo Alti e bassi. Poco meno di mezz’ora per otto tracce, scritte a quattro mani con la paroliera Fiorenza Sasso, con cui Beccia rinsalda il sodalizio artistico intrapreso nell’album precedente.
E forse sono proprio i testi, evocativi, equilibrati e immaginifici, la miglior qualità di Alti e bassi, che comunque resta un disco meravigliosamente musicato e arrangiato. Beccia canta, come preannunciato dal titolo, gli Alti e bassi della vita, con uno sguardo attento ai particolari e alla poesia delle cose, tra l’energia e l’abbattimento, tra l’allegria e i “momenti no”.
Musicalmente il disco, realizzato magistralmente e con una grande attenzione ai dettagli sonori, s’inserisce nel solco del pop cantautorale, con diverse pennellate di jazz e spunti di altri generi, tra cui lo ska della prima traccia Mi sveglio ottimista. Gli arrangiamenti, curati dallo stesso Beccia con Matteo Gilli e Niccolò Polimeno del Nolo Recording Studio (col mix e mastering di Paolo Iafelice), sono molto ben realizzati e coerenti col continuo oscillare di mood del disco.
Alti e bassi è un disco a tratti ironico e autoironico, a tratti serio e introspettivo, capace di restare coerente a se stesso e di rappresentare una piccola perla cantautorale, dietro a cui si percepisce un notevole labor limae, ripagato dal risultato; un ottimo biglietto da visita per il cantautore lombardo.