Partiamo con le note dolenti, almeno ce le togliamo subito di torno: non sono un grande amante degli album ibridi dal punto di vista linguistico né tantomeno degli album che le lingue le alternano, saltellando, come nel caso di “Origine” di Emanuele Montesano, tra inglese e italiano. È un mio limite, forse, ma è una pratica che proprio non capisco.
Detto ciò, veniamo agli ingredienti che rendono “Origine” un’ottima base di partenza per la carriera di un cantautore: intanto un uso spregiudicato della chitarra (in alcuni momenti magari può risultare eccessiva e demodè, ma noi apprezziamo lo sforzo), Montesano rende davvero bene l’accoppiata dello strumento con la sua voce, ma non lo fa nel classico modo cantautoriale. Esce, infatti, molto forte il suo passato metal che in questo album si addolcisce in un pop-rock per tutti i gusti, strizza l’occhio ai generi che lo hanno certamente ispirato grazie a due cover (“I’m On Fire” del Boss Springsteen e “Purple Rain”) messe lì in modo un po’ paraculo, ma efficace, specialmente il lungo finale strumentale della hit di Prince che indugia fra riff di chitarra assoli e cori discretamente azzeccati.
“Origine” adesso ha il compito di tenere fede al suo nome ed essere il livello zero da cui costruire una vera carriera per Montesano, con tutte le imperfezioni e i punti a favore che comporta un’opera prima, e sui quali si può e si deve iniziare a lavorare.
Edoardo Biocco