Giovanissima cantautrice astigiana che alla canzone affida una forma acqua e sapone, leggera, densa di parole di vita, quotidiane e di un suono acustico nella sua interezza… o quasi. Elisabetta Arpellino sforna un secondo Ep dal titolo “Anita”: sin dalla copertina è vivo questo concetto di dualismo tra noi stessi e il nostro altro io, quasi un dualismo e una battaglia interiore. E sono storie cantate, lei è una storytelling… e tutto questo ha il gusto di una semplicità che torna.
Bella questa copertina e questo concept nelle immagini. Tu contro te stessa?
È Anita che si guarda allo specchio: da una parte la sua parte fragile dall’altra quella più “guerriera”, quella che mostra agli altri, quella che l’aiuta ad andare avanti. Sono queste due parti che si guardano allo specchio, chi guarda chi ci si potrebbe chiedere, in realtà non c’è una risposta perché potrebbe essere la parte fragile che si specchia e vede la sua forza, ma anche il contrario.
È una lotta che si vince o che si perde?
Nella storia di Anita che racconto in questo Ep, è una lotta che si vince, tornando ad amarsi, ma purtroppo nella quotidianità molto spesso è una lotta che si perde, perché chi è vittima di abusi oppure soffre di disturbi alimentari viene emarginato dalla società è lasciato solo.
Un video ufficiale: come te lo immagini, sempre parlando di immagini?
Una specie di video ufficiale è uscito sul mio profilo instragram, dove si susseguono volti di ragazze e donne che hanno voluto appoggiare la storia di Anita, indossando tutte un maglione uguale.
Elettronica e suono acustico: anche queste sono due facce di se. E qui chi vince?
Non c’è un vincitore assoluto nella mia visione della musica coesistono entrambe, avrò sempre bisogno di suoni acustici, ma amo esplorare il mondo dell’elettronica per dare un colore diverso all’interno del brano.